Scienziati frullano uno smartphone per vedere cosa c'è dentro, il video

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La campagna di marketing "Will it Blend?" è diventata nota negli ultimi tempi dopo che un gruppo di scienziati ha iniziato a distruggere gadget d'elettronica con dei frullatori. Gli studiosi hanno fatto un ulteriore passo in avanti, frullando uno smartphone e riducendolo in polvere.

Il progetto di ricerca lo sta portando avanti l'Università di Plymouth, dove gli scienziati stanno letteralmente polverizzando degli smartphone per poi analizzare il risultato e capire l'impatto sull'ambiente. Il tutto è cofinanziato dal programma Creative Associates del Sustainable Earth Institute.

I ricercatori stanno conducendo delle analisi chimiche sugli smartphone in polvere, allo scopo di far luce sulla quantità di minerali rari presenti al loro interno. Con 1,4 miliardi di smartphone prodotti a livello globale ogni anno, la domanda di minerali rari ed altri materiali utilizzati durante il processo di assemblaggio è in aumento.

Secondo un rapporto pubblicato dall'Università, i ricercatori frullano uno smartphone fin quando non viene scomposto in polvere, dopo di che lo mescolano con un ossidante chiamato perossido di sodio ad una temperatura di circa 500°C. A questo punto gli scienziati sono in grado di analizzare chimicamente le sostanze per capire esattamente quali elementi sono presenti.

In un primo test effettuato, il team ha rilevato che lo smartphone conteneva elementi critici tra cui tungsteno, cobaldo, neodimio, molibdeno, praseodimio, oro ed argento.

Lo studio è sicuramente interessante e mira a sensibilizzare gli utenti sull'importanza di riciclare i dispositivi quando sono in disuso.