Scienziati alle Nazioni Unite: danneggiare l'ambiente deve essere un crimine di guerra

Scienziati alle Nazioni Unite: danneggiare l'ambiente deve essere un crimine di guerra
INFORMAZIONI SCHEDA
di

Un team di 24 scienziati ha firmato una lettera in cui invita le Nazioni Unite a classificare il danno militare all'ambiente come un crimine di guerra. La lettera, pubblicata martedì sulla rivista Nature, invita i governi del mondo a proteggere meglio la biodiversità e l'ambiente durante i periodi di conflitto.

Gli scienziati, la maggior parte dei quali provenienti da Europa e Africa, hanno richiesto una "Quinta convenzione di Ginevra" per sviluppare un trattato internazionale di condotta militare. Questa azione serve a ricordare quanto possano essere devastanti per l'ambiente (e quindi anche per gli esseri umani) le operazioni militari.

La Commissione del diritto internazionale (un organo sussidiario permanente delle Nazioni Unite) ha già programmato un incontro per finalizzare 28 principi sulla protezione ambientale in tempo di guerra, secondo il quotidiano britannico The Guardian.

"Il brutale bilancio della guerra sul mondo naturale è ben documentato, distruggendo i mezzi di sussistenza delle comunità vulnerabili e guidando molte specie, già sotto forte pressione, verso l'estinzione", afferma Sarah Durant, uno dei firmatari affiliati alla Zoological Society di Londra.

"Speriamo che i governi di tutto il mondo includano queste protezioni nel diritto internazionale", ha aggiunto. "Ciò non solo aiuterebbe a salvaguardare le specie minacciate, ma sosterrebbe anche le comunità rurali, sia durante che dopo il conflitto".

I trattati per difendere l'ambiente dall'azione militare sono stati presa in seria considerazione già durante la guerra del Vietnam, quando l'esercito americano utilizzò l'Agente Arancio per eliminare milioni di ettari di foresta con conseguenze disastrose per la salute umana e la fauna selvatica.

Più recentemente, gli effetti del conflitto sono stati evidenti nella regione del Sahara-Sahel, dove il collasso di popolazioni di ghepardi, gazzelle e altre specie è stato collegato alla diffusione di armi a seguito della guerra civile in Libia. Le battaglie in Mali e Sudan hanno provocato inoltre un aumento del numero di uccisioni degli elefanti.