Gli scienziati hanno scoperto nuovi potenziali modi per combattere il coronavirus

Gli scienziati hanno scoperto nuovi potenziali modi per combattere il coronavirus
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Oggi è iniziata la tanto attesa "Fase 2", ma la lotta al coronavirus continua ed è lungi dall'essere finita. Un team dell'Università della California ha identificato 69 farmaci e composti esistenti per il trattamento del COVID-19. Nei loro studi, gli esperti hanno identificato nuove e interessanti indizi e meccanismi sull'infezione.

Dopo aver selezionato i risultati di centinaia di esperimenti utilizzando 47 dei farmaci previsti, sembra che le previsioni delle interazione fossero corrette: alcuni dei farmaci funzionano per combattere il coronavirus, mentre altri rendono le cellule più sensibili alle infezioni. Nello studio sono state utilizzate le cellule di scimmia cercopiteco verde, spesso utilizzate al posto delle cellule umane per testare i farmaci antivirali.

Sono stati identificato due gruppi di farmaci che colpiscono il virus in due modi diversi, uno dei quali non è mai stato descritto. A livello base, i virus si diffondono entrando in una cellula, "manomettendo" alcuni dei macchinari della cellula e utilizzandoli per creare delle copie di loro stessi, continuando così ad infettare altre cellule. Questo processo viene chiamato "traduzione". I ricercatori hanno trovato due composti che interrompono la traduzione del virus: ternatin-4 e zotatifin (entrambi utilizzati per combattere il mieloma multiplo, un tumore che colpisce le plasmacellule).

È importante sottolineare che si trattano di risultati preliminari e i farmaci in questione non sono stati ancora testati nelle persone.

Il secondo gruppo di farmaci, invece, interagisce con i recettori cellulari. Sono stati identificati sei farmaci e composti che interagiscono con questo meccanismo: due antipsicotici, aloperidolo e melperone, due potenti antistaminici, la clemastina e la cloperastina, il composto PB 28 e l'ormone femminile progesterone. Tutti questi risultati, sebbene entusiasmanti, devono essere sottoposti a studi clinici prima che si decidano di utilizzarli. I risultati, tuttavia, sono molto importanti perché queste scoperte potranno essere utili in futuro, anche in altre eventuali infezioni simili.

Il prossimo passo della ricerca è testare questi farmaci sull'uomo.