Alcuni scienziati son riusciti a rigenerare completamente i nervi ottici di questi topi

Alcuni scienziati son riusciti a rigenerare completamente i nervi ottici di questi topi
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Ha dell’incredibile quanto in USA si è ottenuto, di recente, nel campo della medicina: mediante uno esperimento ottenuto in laboratorio, alcuni scienziati son riusciti a ripristinare completamente il nervo ottico in diversi esemplari di topi, restituendo loro il pieno uso della vista.

Fin ad ora si era sempre sostenuto che “rigenerare” le cellule nervose della zona cerebrale dei mammiferi fosse pressoché impossibile. Sebbene tali cellule mantengano una sorta di sistema “auto-riparante” per i primissimi momenti di vita, esse poi perdono subito tale abilità una volta differenziatesi e diventate mature.

Ciò che è stato ottenuto nei laboratori dell’Università di Standford, in California, è davvero un traguardo notevole: I nuovi esperimenti hanno dimostrato che l'attivazione di una parte del meccanismo rigenerativo di una cellula nervosa, stimolando il particolare gene ZFYVE27 (codificante per la proteina “protrudina”), potrebbe stimolare i nervi dell'occhio nel ricrescere dopo un infortunio.

Nelle cellule nervose coltivate in vitro, i ricercatori hanno dimostrato che l'aumento della produzione di protrudina stimolava la rigenerazione di cellule ottiche danneggiate. Le sottili protuberanze assoniche si sono rigenerate in circa 14 ore. Il cocktail genetico così ottenuto è stato iniettato negli occhi di roditori malati e, dopo circa due settimane, si è notato un netto miglioramento della vista e dell'integrità delle fibre nervose.

"Quello che abbiamo visto è la rigenerazione più forte di qualsiasi tecnica che abbiamo usato prima", ha detto l'oftalmologo Keith Martin, co-autore dello studio pubblicato sul portale Nature Communications. "In passato sembrava impossibile che saremmo stati in grado di rigenerare il nervo ottico, ma questa ricerca ci ha mostrato il potenziale della terapia genica per farlo”.

Sebbene lo studio sui roditori sia molto differente da quello che si potrebbe applicare all’essere umano, i ricercatori non hanno avuto paura nell’affermare che tali scoperte potrebbero significare importantissimi passi avanti nella ricerca contro le malattie che affliggono l’apparato visivo dell’Uomo, in particolare contro i glaucomi.

E le applicazioni della ricerca potrebbero non fermarsi qui: secondo Veselina Petrova, principale autrice dello studio, si potrebbe applicare la stessa tipologia di coltura anche alle cellule del midollo spinale: "I trattamenti identificati in questo modo spesso mostrano risultati promettenti nel midollo spinale danneggiato. È possibile che la protrudina aumentata o attivata possa essere utilizzata per stimolare la rigenerazione nel midollo spinale danneggiato".

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