
Perché il nostro cervello dimentica? Ce lo spiegano gli scienziati

Un nuovo studio sui topi ha dimostrato come le cellule immunitarie presenti nel nostro cervello “masticano” i nostri ricordi. Anche se questo può sembrare una cosa negativa, dimenticare è importante tanto quanto ricordare.
“Potersi dimenticare cosa si è mangiato due mesi prima consente al nostro cervello di raccogliere informazioni più nuove e soprattutto più utili” ha affermato Frankland, un famoso neuroscienziato. Il modo preciso con cui il cervello immagazzina i ricordi è ancora dibattuto, ma molti scienziati sospettano che riguardi le connessioni tra grandi gruppi di cellule nervose, e dimenticare è probabilmente la conseguenza della distruzione o della modifica di queste grandi reti chiamate sinapsi. Il colpevole dell’eliminazione delle giunzioni sinaptiche sarebbe la microglia, cellule immunitarie in grado di sbarazzarsi dei detriti del cervello.
Il gruppo di ricercatori ha inizialmente indotto un ricordo spiacevole nei topi: un piccolo shock alle zampe quando entravano in una particolare gabbia. Cinque giorni dopo lo shock questi provavano ancora una forte paura se messi all’interno della gabbia, ma trentacinque giorni dopo avevano già iniziato a dimenticare. In seguito, hanno usato un farmaco per sbarazzarsi delle cellule microgliali nel cervello di alcuni roditori. Quelli con meno microglia hanno continuato ad avere più paura nella gabbia rispetto a quelli con un numero normale di cellule.
Lo studio suggerisce anche quali ricordi sono particolarmente vulnerabili alla cancellazione. Gli scienziati sono riusciti a contrassegnare le cellule nervose che hanno immagazzinato il ricordo traumatico con un pigmento luminoso e hanno consegnato ai topi il farmaco che ha mantenuto silenziose queste cellule. I neuroni silenti e inutilizzati sembravano più sensibili alla microglia. Quest scoperta ci suggerisce che “I ricordi meno rivisitati sono più facili da rimuovere”, afferma lo scienziato Yan Gu.
Non resta chiaro però il motivo per cui alcune vecchie memorie sopravvivono al processo di eliminazione. Le sinapsi collegate potrebbero essere più resistenti di altre o sono memorizzati in punti in cui la microglia è meno attiva. Forse il rivisitare continuamente certi ricordi li mantiene più forti.
Un altro studio fatto dai ricercatori di Caltec ha cercato di spiegare come il nostro cervello mantiene o cancella determinati eventi, e la speranza resta quella di progettare trattamenti per prevenire la perdita patologica di memoria come nel caso dell’Alzheimer.
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