Gli scienziati vogliono costruire un osservatorio gigante sulla Luna: ecco perché
Le onde gravitazionali sono una delle scoperte più sensazionali fatte di recente nel campo della cosmologia e della fisica celeste, dimostrando con certezza quanto già previsto un secolo fa da Einstein. La questione più importante è captarne sempre di più e con maggior frequenza, e la Luna potrebbe essere d'aiuto.
Tali onde sono state osservate per la prima volta nel 2015, grazie allo studio che ha coinvolto gli interferometri statunitensi LIGO e quello europeo VIRGO. La loro disposizione particolare sulla superficie del nostro pianeta gli permette di analizzare i dati provenienti dall'universo come se fossimo in possesso di un telescopio grande quanto la Terra stessa.
Le scoperte fatte grazie all'"Interferometria a base molto ampia" (VLBI) sono state a dir poco eccezionali, permettendoci di assistere non solo agli scontri violentissimi tra buchi neri, ma anche al più raro scontro tra un buco neri e una stella di neutroni.
Sebbene il loro studio sia solo agli inizi e ci sia moltissimo da osservare e da scoprire, alcuni scienziati e ingegneri stanno già domandandosi come fare per trovare il modo di analizzare ancor più onde gravitazionali, ottenendole senza alcun tipo di disturbo e con una precisione senza pari.
L'idea più in voga (e assolutamente praticabile) è quella di montare dei rilevatori interferometrici sul lato nascosto della Luna, dove vige l'assoluta "pace" e non c'è alcun tipo di disturbo (in confronto a quanto avviene sulla Terra). Immaginare cosa si possa scoprire con un osservatorio del genere, sarebbe a dir poco emozionante e proprio per questo è un'idea che sta prendendo piede con maggiore insistenza.
Il progetto delle Missioni Artemis, che si ripropone di instaurare una colonia umana sostenibile sul nostro satellite entro l'inizio del 2030, è un fattore determinante per l'osservatorio interferometrico lunare, attualmente chiamato GLOC (Gravitational-wave Lunar Observatory for Cosmology).
Il progetto GLOC prevede che i bracci dell'osservatorio arrivino alla lunghezza incredibile di 40 km ciascuno (per fare un raffronto, considerate che quelli di LIGO sono lunghi "solo" 4 km). Un'idea a dir poco futuristica ma che non di certo non spaventa coloro che vogliono renderla realtà.
"Un osservatorio del genere fornirebbe una sensibilità senza precedenti, e potremmo scoprire fonti gravitazionali che non avremmo neanche mai ipotizzato, e ci lancerebbe verso una nuova Fisica", ha detto l'astronomo e professore Avi Loeb, dell'Università di Harvard, che ha di recente pubblicato uno studio sulla rivista Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, insieme al collaboratore e astrofisico Karan Jani.
FONTE: Space.com
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