Scoperta molecola per regolare glicemia senza insulina: nuova soluzione contro diabete?
La ricerca di nuovi metodi per trattare il diabete o addirittura curarlo - vedi il caso delle cellule staminali studiate a novembre - è nel vivo ed essenziale. Una scoperta recente riguarda una seconda molecola alternativa all’insulina per regolare la glicemia in maniera rapida e altrettanto potente.
Lo studio condotto da un team di scienziati guidato dal professore Ronald Evans, e pubblicato su Cell Metabolism nella giornata di ieri, mostra un ormone chiamato FGF1 regolare la glicemia inibendo la disgregazione dei grassi. Ciò è compito anche dell’insulina, ma i metodi sono diversi: l’insulina, difatti, sopprime la lipolisi attraverso l’enzima PDE3B, mentre FGF1 segue il percorso parallelo dell’enzima PDE4.
L’individuazione di questa strada alternativa apre nuove possibilità estremamente interessanti per la scoperta di farmaci in grado di regolare con successo la glicemia nel caso delle persone con insulino-resistenza. In queste, il glucosio non viene rimosso in modo efficiente dal sangue e rischia di portare a una lipolisi più elevata con un aumento degli acidi grassi liberi in circolo, che a loro volta, una volta entrati nel circolo portale (fegato) comportano un aumento della gluconeogenesi e dunque complessivamente l'insulino-resistenza si traduce in una situazione di aumentata produzione di glucosio a livello epatico e quindi iperglicemia.
Gencer Sancar, ricercatore e co-autore di questo studio, ha dichiarato: “Questo meccanismo è fondamentalmente un secondo ciclo, con tutti i vantaggi di un percorso parallelo. Con una serie di segnali diversa, se una non funziona, l'altra può farlo. In questo modo hai ancora il controllo della lipolisi e della regolazione della glicemia”.
Il co-autore Michael Downes ha invece spiegato che FGF1 si caratterizza con l’induzione di un abbassamento prolungato del glucosio nei topi diabetici insulino-resistenti su cui sono stati condotti i test, e ciò promette una via terapeutica alternativa per i pazienti diabetici. Ora saranno necessari nuovi studi per comprendere al meglio il funzionamento e l’efficacia di questa seconda molecola.
Restando nel mondo della medicina, a fine novembre è stato approvato il primo farmaco iniettabile per prevenire l’HIV.
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