La scoperta dei raggi-X da parte di Röntgen ha rivoluzionato la medicina

La scoperta dei raggi-X da parte di Röntgen ha rivoluzionato la medicina
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Era l'8 Novembre del 1895 quando il fisico Wilhelm Conrad Röntgen osservò per la prima volta i raggi-X accidentalmente nel suo laboratorio di Wurzburg (Germania). La scoperta, all'epoca, venne considerato come un miracolo per la medicina.

Wilhelm Conrad Röntgen (1845-1923) ebbe un' adolescenza problematica, ma riuscì a trasferirsi in Svizzera e studiare presso la Scuola Politecnica di Zurigo, visto che accettava anche studenti senza titoli di studio (come nel caso del futuro fisico).

Essendo, comunque, un ragazzo geniale, presto Röntgen divenne lo studente preferito di August Kundt, un professore di Fisica Sperimentale. Al suo fianco, il ragazzo riuscì a conseguire il dottorato in fisica all'Università di Zurigo e insieme andarono a Strasburgo nel 1872. Qui poté acquisire l'esperienza necessaria per diventare a sua volta insegnante.

Fu, però, il 1894 l'anno che segnò la sua carriera da ricercatore.

Nel 1886 gli studi conclusi di Eugen Goldstein avevano dimostrato l'esistenza di raggi anodici, cioè radiazione che venivano prodotte da tubi a scarica con un catodo perforato (un conduttore elettrico usato per creare contatto con una parte non metallica di un circuito). Questa scoperta, però, venne molto dibattuta al tempo.

Sulla base delle nuove conclusioni riguardo i raggi catodici portate avanti da Heinrich Hertz e Philipp Lenard (lo scienziato nazista invidioso del lavoro di Albert Einstein), anche Röntgen si interessò a questo campo.

Procurandosi una bobina ad induzione particolare che poteva generare otto impulsi da 35 mila volt al secondo, egli sfruttò le sue conoscenze sul gas e l'aria per poter osservare questi famosi raggi catodici.

Un anno dopo, nel 1895, nel suo laboratorio, si rese conto che uno schermo, costituito da un cartoncino nero e cosparso di platinocianuro di bario (il platinocianuro è il termine generico per riferirsi ai cristallini e fluorescenti sali dell'acido platinocianidrico), stava emanando un raggio di luce fioco vicino alla bobina.

In quella situazione, sia per via del suo daltonismo sia per la scarsa luce emanata, Röntgen non vedeva niente. Per capire meglio mise la mano sulla traiettoria del raggio e si accorse che sullo schermo appariva solo lo scheletro.

Ripetendo l'esperimento una seconda volta, il fisico capì che quel fascio di raggi particolari nasceva dal contatto dei raggi catodici con l'anticatodo che si trovava nella bobina. La sua scoperta venne ripetuta più volte, anche per capire come poter fissare l'immagine nello schermo. Il cartoncino venne presto sostituito con una lastra fotografica e, chiedendo alla moglie di sottoporre la sua mano ai raggi, per la prima volta nella storia dell'umanità venne eseguita una radiografia.

Per la medicina era un successo inimmaginabile e presto anche per le altre discipline scientifiche: nacquero le prime angiografie (lastre a scopo diagnostico dei vasi sanguigni o linfatici), si poté osservare meglio le fratture e la posizione dei proiettili, in modo tale da estrarli con più precisione in confronto al passato, etc...

Agli inizi del Novecento, però, cominciarono anche a sorgere i problemi riguardo l'utilizzo di questi raggi nel corpo. Alcuni medici cominciarono a dimostrare come dei pazienti sottoposti a radiografia presentavano, nei giorni successivi, delle bruciature gravi o dei danni permanenti alla pelle. Nel 1904, l'assistente di Thomas Edison, Clarence Dally, morì per cancro alla pelle per essersi sottoposto continuamente ai raggi X.

Nonostante questi evidenti casi di danneggiamento alla salute, i ricercatori per molti anni non cercarono una soluzione e solo alla fine degli anni '50 del Novecento cominciarono a mettere in sicurezza tutti i pazienti sottoposti a radiografia.