Scovata nei pressi di Sagittarius A* la stella più veloce della galassia
Il centro di una galassia può essere un posto tranquillo e pacifico, o può essere un gran caos di inimmaginabile potenza, dove hanno luogo alcuni degli eventi cosmici più impressionanti dell’universo conosciuto.
Al centro della nostra Via Lattea alberga il famoso buco nero supermassiccio Sagittarius A*, insieme ad una cooperativa piuttosto affollata di stelle binarie, gas e polveri interstellari e – forse - altri micro-buchi neri. Oltre a questa nota popolazione cosmica, gli scienziati scandagliano a fondo il nostro nucleo galattico alla ricerca di qualche abitante ancora sconosciuto. Il team guidato dall'astrofisico Florian Peissker dell'Università di Colonia, in Germania, ha studiato Sagittarius A* e il suo vicinato per lunghissimo tempo, raccogliendo dati dal 2004 al 2016. Il loro lavoro è stato pubblicato di recente sull’Astrophysical Journal, portando alla luce aspetti interessanti su alcune stelle del centro galattico.
Le stelle interessate dall’analisi sono un gruppo di corpi celesti con orbite incredibilmente pericolose, capaci di sfiorare il buco nero supermassiccio (la più vicina “sfiora” SgrA* a soli 1.2 miliardi di km di distanza), e di ritrovarsi poi in traiettorie ellittiche con eccentricità molto accentuate – al limite di una traiettoria di fuga. Questo gruppo di stelle vengono chiamate “Squeezars” (dall’unione delle parole inglesi “Squeez” e “Stars”) perché, oltre ad esser "spremute" via a velocità folli, vengono anche schiacciate e deformate dalle potentissime forze di marea del divoratore cosmico. La più “temeraria” di queste stelle – denominata “S4714” - grazie alla sua orbita folle, raggiunge al periasse (il punto più vicino al buco nero) una velocità a dir poco strabiliante: 24000 km/s (avete letto bene: al secondo), ovvero circa l’8% della velocità della luce.
Il gruppo di stelle “Squeezars” è stato ipotizzato nel lontano 2003 da Tal Alexander and Mark Morris, ma solo ora – a distanza di 17 anni – potremmo averne avuto una conferma visiva e quantificabile. È possibile inoltre, che stelle ancora più estreme si nascondano nel cuore della Via Lattea, e con la prossima inaugurazione del Extremely Large Telescope potremmo essere in grado di scovarle.
FONTE: SCIENCEALERT
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