Secondo un fisico si dovrebbero cercare "artefatti alieni" sulla Luna

Secondo un fisico si dovrebbero cercare 'artefatti alieni' sulla Luna
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Per cercare dei possibili "artefatti alieni" dovremmo iniziare dalla nostra magnifica Luna, secondo quanto riporta un nuovo studio. A capo del nuovo studio è James Benford, un fisico della Microwave Sciences a Lafayette, in California. Secondo lo scienziato, l'umanità dovrebbe concentrarsi sui "lurkers": sonde extraterrestri robotiche nascoste.

Anche se le civiltà dovessero essere ormai estinte, infatti, questi lurkers potrebbero ancora raccontarci la loro storia. Nel corso degli anni, alcuni ricercatori hanno suggerito che un altro modo potenzialmente migliore per trovare prove di vita aliena è non cercare trasmissioni da lontano (quello che sta attualmente facendo il SETI), ma cercare quelli che sono essenzialmente "messaggi in una bottiglia".

Le potenziali civiltà extraterrestri che sono passate vicino al Sole potrebbero essere state particolarmente interessate a lanciare sonde nel sistema solare, secondo Benford. L'incontro ravvicinato più recente che il sistema solare ha avuto è stato con la stella di Scholz, che ha attraversato la nube di Oort (un luogo del nostro quartiere galattico che si trova a circa 2400 volte la distanza tra il Sole e Plutone) 70.000 anni fa.

Potremmo già studiare la Luna in cerca di possibili "artefatti alieni". Ad esempio il Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA ha scattato circa 2 milioni di foto della luna dal 2009 "con una risoluzione fino a circa 0,3 metri", afferma Benford. "Puoi vedere le impronte di Neil Armstrong sulla Luna in alcune foto, ma solo una manciata di queste immagini sono state ispezionate da occhi umani. Dobbiamo usare l'intelligenza artificiale per cercare strutture, segni di artificiosità, che potrebbero beneficio alle scienze sulla Terra, come l'archeologia".

Dopo il nostro satellite si potranno esplorare altre regioni del Sistema Solare, come gli asteroidi troiani che si trovano nella fascia principale intorno a Marte e Giove. Le affermazioni del fisico sono state pubblicate sulla rivista Astrobiology il 18 marzo.