Boris Johnson manipola i risultati di ricerca su Google: teoria cospirazionista o no?

Boris Johnson manipola i risultati di ricerca su Google: teoria cospirazionista o no?
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Sono settimane convulse per il Regno Unito ed il suo Premier, Boris Johnson, alle prese con la difficile Brexit. Tuttavia, Oltremanica si parla anche di una strategia che il primo ministro avrebbe messo in campo e che gli starebbe permettendo di "ingannare" i risultati di ricerca presenti su Google.

Wired ad inizio settimana ha dedicato uno speciale alla questione, che al momento si basa solo su dicerie ed alcune interviste quanto meno "bizzarre" rilasciate da Johnson negli ultimi mesi.

Tutto è partito da un'intervista di Giugno, quando Johnson ha confessato ad un giornalista che tra i suoi hobby preferiti figura la "pittura dei vecchi bus". Una risposta che ha spiazzato l'interlocutore, che però non ha proferito parola. La scorsa settimana invece in risposta agli insulti che piovono quotidianamente sul suo operato, ha dichiarato di essere "un modello di moderazione" ("moderation model").

La teoria è molto semplice: secondo quanto riportato da alcuni, Johnson starebbe rilasciando delle interviste ad-hoc per ingannare Google e quindi sfavorire nei risultati di ricerca gli articoli a suoi sfavore. Il politico infatti usando delle parole ad hoc come "bus" e "model" costringerebbe i giornalisti a riportare i virgolettati che, una volta che fanno il giro del web, finiscono in Google sfavorendo i risultati negativi. La key "model" è legata ad un recente scandalo riguardante una presunta relazione con una modella, che ha reso la query "Boris Johnson model" tra le più digitate nel Regno Unito. Lo stesso varrebbe per la key "Boris Johnson bus", in cui l'intervista ha sovrastato i rapporti sul controverso autobus utilizzato durante la campagna elettorale per la Brexit.

Ad oggi non sono arrivate conferme a riguardo, ed è difficile ottenere riscontri reali, ma sono tanti gli esperti SEO che si dicono d'accordo con le speculazioni. Altri invece sostengono si tratti di una mera teoria cospirazionista, ma comunque non si tratterebbe della prima volta che un politico usa i termini più popolari sui motori di ricerca come base per i propri discorsi.

E' bene inoltre precisare che sul posizionamento dei risultati entrano in gioco vari elementi, ma Johnson potrebbe sfruttare l'eco mediatico delle sue dichiarazioni per "giocarci su" e ripulire i risultati con altri argomenti.