Secondo il Pentagono, sarà l'intelligenza artificiale a prevedere le guerre del futuro
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Poche settimane fa era arrivata la notizia della morte del capo del programma nucleare iraniano per mano di un'IA: essa avrebbe manovrato un fucile da cecchino posizionato da degli agenti dei servizi segreti israeliani per uccidere il nemico. Dopo questi eventi, il Pentagono ha manifestato un nuovo interesse nell'IA e nel suo uso per scopi bellici.
Il Dipartimento della Difesa americano, infatti, vorrebbe usare i computer per prevedere le mosse dei nemici ed agire di conseguenza negli scenari di guerra. In particolare, il programma in cui l'IA sarebbe impiegata è il GIDE, o Global Information Dominance Experiments, che avrebbe già realizzato una prima esercitazione completa con tre intelligenze artificiali separate ma connesse tra loro, chiamate con i nomi in codice Cosmos, Gaia e Lattice. Esse hanno il compito di lavorare insieme e di processare una mole enorme di dati in tempo reale per effettuare previsioni di scenari bellici e configurare di conseguenza le difese americane.
Durante una conferenza, il Segretario alla difesa americano Lloyd Austin ha elogiato l'IA, descrivendola come "il corretto mix di tecnologia, concetti operativi e capacità, inseriti in un reticolo flessibile, credibile, affidabile e formidabile, capace di fermare le azioni di ogni avversario". L'idea del Pentagono sembra dunque quella di sviluppare un'intelligenza sempre più avanzata, usandola come deterrente contro qualsiasi nemico intenda iniziare una nuova guerra su larga scala.
L'implementazione dell'IA è pensata per ridurre i tempi della "zona grigia" dei conflitti, ovvero il momento della guerra in cui entrambe le parti cercano di stabilire la consistenza delle forze, le debolezze e il posizionamento del nemico, preparando di conseguenza dei piani strategici per contrastarlo. In questo modo, gli Stati Uniti sperano di conseguire dei vantaggi operativi su qualsiasi nemico e in ogni teatro di guerra.
La decisione del Pentagono di adoperare le intelligenze artificiali per scelte così delicate, che mettono a rischio anche migliaia di vite umane, è stata duramente criticata dal punto di vista etico. Lloyd, però, ne ha difeso l'impiego dicendo che "il nostro uso dell'IA vuole rafforzare i valori democratici, proteggere i nostri diritti, assicurare la sicurezza e difendere la privacy. Capiamo le pressioni e le tensioni e sappiamo che le valutazioni etiche e legali dell'uso della tecnologia in guerra possono richiedere tempo".
Inoltre, un'altra criticità taciuta dal Governo americano è che la Cina potrebbe avere un programma IA molto avanzato, per cui Washington sarebbe già indietro nella guerra tecnologica rispetto al suo principale nemico.
FONTE: Tom's Hardware
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