Secondo Reuters alcune case automobilistiche avrebbero gonfiato i prezzi dei ricambi

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Secondo la popolare agenzia di stampa britannica, alcuni importanti costruttori di automobili avrebbero fatto uso di un particolare software per alzare artificialmente i prezzi dei componenti di ricambio. Il caso è emerso grazie ad una causa legale, avviata ai danni di Jaguar Land Rover, Peugeot e Renault.

Il programma in questione sembrerebbe essere Partneo, sviluppato dalla multinazionale Accenture, che stando a quanto riportato avrebbe suggerito alle compagnie degli aumenti di prezzo delle parti di ricambio basati sul valore "percepito" dai consumatori. In pratica, se un componente poteva risultare costoso a causa di alcune sue caratteristiche, il software ne proponeva un aumento del prezzo di listino, in relazione alla cifra massima che un utente sarebbe stato disposto a spendere.

Ma Partneo, sempre secondo Reuters, si sarebbe spinto ancora più in là: il software era addirittura in grado di distinguere e segnalare i pezzi di ricambio monitorati da un "supervisore dei prezzi", ovvero controllati da una determinata assicurazione o oggetto di qualche pubblicazione da parte della stampa specializzata. Una serie di dritte che avrebbero permesso alle case automobilistiche di evitare lo scoppio di qualsiasi protesta.

Il lasso di tempo monitorato da Reuters si estende dal 2009 al 2015, e tra le aziende coinvolte ci sarebbero anche Volvo e BMW, che hanno subito respinto le accuse dichiarando di non usare il software in questione. Anche Accenture si è prontamente difesa, dicendo che il suo software opera in modo completamente legale e viene impiegato soprattutto per migliorare la visibilità e la disponibilità dei prezzi di ricambio; ad ogni modo la compagnia dovrà rispondere dell'accusa di aver infranto le leggi europee sulla competizione.

Secondo Reuters alcune case automobilistiche avrebbero gonfiato i prezzi dei ricambi