Secondo gli scienziati questa donna condannata a 40 anni di carcere è innocente

Secondo gli scienziati questa donna condannata a 40 anni di carcere è innocente
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Nell'ottobre 2003, Kathleen Folbigg venne condannata a 40 anni di prigione dopo essere stata giudicata colpevole dell'omicidio dei suoi quattro figli neonati, uccisi per soffocamento. Folbigg si è sempre rivelata innocente e, nonostante la sentenza, secondo 90 scienziati - tra cui due vincitori di un premio Nobel - non ha commesso alcun crimine.

Gli scienziati hanno perfino firmato una petizione, chiedendo al governatore del New South Wales, in Australia, la grazia e il rilascio della donna. Il motivo è semplice: i genomi dei bambini di Folbigg sono stati sequenziati ed è stato rivelato che le due ragazze, Sarah e Laura, avevano una rara mutazione di un gene noto come CALM2.

Questa mutazione influenza il modo in cui il calcio si lega alle cellule cardiache ed è stata collegata all'aritmia cardiaca e alla morte cardiaca improvvisa. La petizione, infatti, spiega proprio che la morte dei bambini potrebbe essere stata causata da un'aritmia cardiaca letale, causata dalla mutazione del gene CALM2.

Inoltre, l'autopsia del corpo di una figlia ha mostrato chiare prove di miocardite, un'infiammazione del muscolo cardiaco in genere associata a infezioni virali. "Sulla base delle prove presentate all'inchiesta e delle nuove prove scientifiche ottenute dal gruppo internazionale di esperti che ha studiato la mutazione CALM2, una persona ragionevole dovrebbe avere dei dubbi sul fatto che la signora Folbigg abbia ucciso i suoi quattro figli", si legge nella petizione. "Decidere altrimenti rifiuta la scienza medica e la legge che stabilisce lo standard di prova".

Gli altri due figli di Folbigg, Caeleb e Patrick, secondo una rianalisi dei genomi, avevano due diverse varianti nuove e rare in un gene noto come BSN. Questa variante genetica nei topi fa sì che muoiano giovani a causa di attacchi epilettici. Il team scientifico sta attualmente esaminando se le varianti trovate nei ragazzi abbiano un effetto simile negli esseri umani.

Insomma, in poche parole per gli scienziati che hanno studiato il caso queste informazioni bastano quantomeno per mettere in dubbio la colpevolezza della donna. Ovviamente, un caso del genere dovrà essere studiato e approfondito ancora di più e, soprattutto, da più punti di vista. Staremo a vedere quello che succederà.