Secondo uno studio, la civiltà Nazca faceva uso di piante psicoattive

Secondo uno studio, la civiltà Nazca faceva uso di piante psicoattive
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Un trio di ricercatori, tra cui l'italiano Giuseppe Orefici, ha condotto uno studio su resti umani e mummie riesumate in Perù, dimostrando come le popolazioni Nazca fecero un vasto utilizzo di sostanze stimolanti ed allucinogene.

Ricerche antecedenti avevano già dimostrato come le popolazioni Inca usavano far bere alle loro vittime sacrificali l'ayahuasca, una bevanda allucinogena, nel probabile tentativo di tenerle calme.
In questo nuovo studio, gli scienziati hanno esaminato i resti della popolazione Nazca sepolti nel periodo che va dal 3500 a.C. al 476 d.C., nell'intento di scoprire se anch'essi utilizzavano sostanze simili.

I Nazca sono conosciuti in epoca moderna grazie ai loro avanzati sistemi di irrigazione e alle incredibili linee di Nazca, enormi disegni tracciati sul terreno, anche chiamati geoglifi.

Raccogliendo campioni di capelli da quattro teste trofeo e diciotto mummie, sono state trovate varie tracce di sostanza chimiche che potrebbero esser state usate per calmare le vittime.
Ciò è stato possibile grazie alle avanzate tecniche di preservazione di teste e corpi di cui i Nazca disponevano, dimostrate già da precedenti studi.

La sostanza chimica derivante dal cactus San Pedro è stata rinvenuta tra i capelli della testa di un bambino, dando la prima prova dell'utilizzo di sostanze psicoattive per rilassare le vittime di sacrifici umani.
I ricercatori hanno inoltre trovato campioni di cocaina e di Banisteriopsis caapi, uno degli ingredienti principali dell'ayahuasca, nei seguenti corpi analizzati.

Per approfondire, un recente studio evidenzia i rischi dell'utilizzo di cannabis.