Secondo una corte, la violazione della policy informatica lavorativa non rappresenta un reato

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Una Corte d'Appello degli Stati Uniti ha stabilito che i dipendenti che violano le regole aziendali informatiche non possono essere perseguiti legalmente in quanto i lavoratori devono commettere un reato specifico per finire nei guai.

I pubblici ministeri non hanno accettato le richieste di un'azienda che ha portato in tribunale un proprio dipendente reo di aver cercato su Facebook delle persone per fini non lavorativi. Il giudice ha affermato che se casi del genere dovessero essere giudicati illegali, “milioni di utenti normali avrebbero infranto la legge” e quindi dovrebbero essere riconosciuti colpevoli di reato.
La sentenza avrà delle importanti implicazioni anche in termini di libertà d'espressione, dal momento che il caso riguardava anche un presunto caso di cannibalismo che, però, dopo delle accurate ricerche effettuate dai giudici, altro non si è rivelato che un puro gioco di fantasia in quanto non è stato rilevato alcun caso simile.