Servono 60 secondi per salvare i neonati prematuri: il segreto è nel cordone ombelicale

Servono 60 secondi per salvare i neonati prematuri: il segreto è nel cordone ombelicale
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Il cordone ombelicale è la struttura anatomica che collega il feto alla madre, permettendo il passaggio di nutrienti e ossigeno. Alla nascita questa connessione viene bloccata e recisa. Uno studio su bambini prematuri, ha scoperto che, prima di bloccare il cordone ombelicale, attendere 60 secondi accresce il tasso di sopravvivenza dei neonati.

Lo studio odierno, condotto da ricercatori dell’Università di Sydney in 25 ospedali, ha monitorato le condizioni cliniche di 1.500 neonati prematuri fino a due anni dopo la loro nascita.

Dal monitoraggio sembra essere emerso che i neonati a cui è stato bloccato il cordone ombelicale dopo 60 secondi e non subito dopo la nascita, hanno manifestato tassi di sopravvivenza più alti nei primi due anni. Questa procedura è nota come clampaggio ritardato.

"Risulta altamente significativo in quanto si tratta di una tecnica semplice, adatta a quasi tutti i neonati prematuri, che aiuta a salvare vite umane" ha dichiarato Jonathan Morris, ostetrico presso l'Università di Sydney.

Attendere 60 secondi prima di bloccare e recidere il cordone, permette al sangue di defluire dalla placenta nell’organismo dei neonati, portando con se un maggior numero di cellule staminali e immunitarie. Questo pull cellulare aggiuntivo, “preso in prestito” dalla madre, consente di ottenere livelli di ossigeno ottimali e un’efficace protezione immunitaria. In riferimento alla protezione da antigeni, una passata ricerca dimostrò che permettere ai bambini di giocare nella natura rafforza il sistema immunitario.

Tali evidenze sulla procedura vitale vennero avanzate anche da studi precedenti, i quali individuarono una maggiore possibilità di sopravvivenza dei neonati prematuri a cui era stato ritardato il blocco e taglio del cordone.

Lo studio odierno ha approfondito la ricerca, estendendo l’età del monitoraggio a due anni, in riferimento ai bambini nati con almeno 10 settimane di anticipo. Sono state messe a confronto due procedure adottate dal personale medico. La prima prevede l’immediato blocco e recisione del cordone ombelicale entro 10 secondi dalla nascita, mentre nel secondo caso è stato attuato un clampaggio ritardato dopo 60 secondi.

Tramite i risultati ottenuti è emerso che, nel bloccare i cordoni, un’attesa maggiore di 30 secondi permette una drastica riduzione di morte e disabilità nei primi due anni di vita.

Il clampaggio ritardato è prassi per i neonati giunti a conclusione della gestazione, ma per quelli prematuri, data l’urgenza di cure mediche, il cordone ombelicale veniva prontamente reciso per prestare soccorso al nascituro.

Alla luce dei risultati dei passati studi, unitamente a quelli odierni, l' Organizzazione Mondiale della Sanità invoglia l’utilizzo del clampaggio ritardato del cordone ombelicale, per tutti quei neonati che non hanno necessità di un immediato supporto respiratorio alla nascita.

La procedura non viene sempre attuata per una serie di ragioni che ricadono anche nella sfera emotiva del personale sanitario, come fa notare la ricercatrice Anna Lene Seidler: "Può essere spaventoso per i medici aspettare prima di intervenire".

Sta di fatto che, grazie ai passi avanti della ricerca, le evidenze benefiche su questa procedura saranno sempre più conosciute e permetteranno di salvare migliaia di vite.

"Applicato in modo coerente in tutto il mondo, con l'obiettivo di attendere un minuto prima del clampaggio del cordone ombelicale nei bambini molto prematuri che non necessitano di rianimazione immediata, potrebbe garantire che altri 50.000 sopravvivano senza gravi disabilità nel prossimo decennio" conclude Kristy Robledo, autrice principale dello studio.

A proposito di sviluppo infantile, vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se un gruppo di bambini crescesse isolato dagli adulti?