Sfatiamo qualche falso mito sulle vedove nere... non sono poi così terribili!

Sfatiamo qualche falso mito sulle vedove nere... non sono poi così terribili!
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Si sente poco parlare delle vedove nere. Quando lo si sente, però, sicuramente se ne parla male. Sono tanti i falsi miti riguardanti il ragno e per questo motivo vogliamo parlarvene. Innanzitutto sappiate che, nonostante il suo veleno sia potente, meno dell'1% di chi viene morso sviluppa i sintomi gravi... che possono essere curati con un antidoto.

La vedova nera non è il ragno più letale del mondo e non mordono mai le persone senza essere provocate; in realtà secondo uno studio del 2014 la maggior parte delle volte lo fanno quando vengono schiacciate o disturbate. Il loro veleno, inoltre, non si è evoluto per uccidere gli umani, ma per immobilizzare le piccole prede. Il veleno dei serpenti si è evoluto per uccidere, ad esempio.

- Le vedove nere non sono (quasi) mai cannibali

Molti credono che il nome "vedova nera" sia stato attributo al ragno perché le femmine della specie divorano i maschi dopo l'accoppiamento. Si tratta di un'idea falsa e proviene da un esperimento di laboratorio. Poiché le femmine sono 150 volte più grandi dei maschi, se lasciati insieme a morire di fame, l'esemplare femmina attaccherà sicuramente il maschio per nutrirsene.

Esistono, inoltre, tante specie di vedove nere (genere Latrodectus); tre specie di vedove nere esistono soltanto negli Stati Uniti, mentre l'unica specie conosciuta di Latrodectus in cui si verifica il cannibalismo del compagno in natura si trova nell'emisfero australe. Mentre nelle specie statunitensi questo fenomeno è stato osservato soltanto raramente.

- Soltanto le femmine hanno la "clessidra rossa" sul dorso

Le vedove nere acquisiscono il loro caratteristico colore scuro soltanto durante la vecchiaia (quando sono giovani il loro colore si attesta sul marrone o sul bianco). Soltanto le femmine adulte, inoltre, sviluppano un segno rosso a clessidra sul loro addome e alcune macchie rosse sopra gli organi di tessitura. Secondo gli scienziati queste macchie rosse fungono da avvertimento per i predatori.