SIAE, gli hacker hanno pubblicato online i dati? Non sarebbe stato pagato il riscatto

SIAE, gli hacker hanno pubblicato online i dati? Non sarebbe stato pagato il riscatto
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Vi ricordate dell'attacco ransomware subito dalla SIAE a fine 2021? Torniamo a trattare l'argomento per via di alcune indiscrezioni che lasciano intendere che gli hacker abbiano pubblicato online miriadi di dati.

Più precisamente, si fa riferimento a un presunto totale circa 60GB di dati, ovvero quelli che sarebbero stati trafugati mediante l'attacco hacker emerso a ottobre 2021. Per chi non lo sapesse, la vicenda si protrae da tempo: a quanto pare, a un certo punto i malintenzionati sarebbero persino arrivati a contattare gli artisti via SMS, chiedendo anche a questi ultimi un riscatto.

A tal proposito, la SIAE aveva dichiarato di non voler pagare il riscatto. Secondo le ultime indiscrezioni, questo avrebbe portato alla diffusione dei dati da parte degli hacker, come riportato anche da Wired, che cita alcune segnalazioni su Twitter. Non è chiaro se ci sia qualcuno che ha pagato per ottenere i dati. Tuttavia, se confermata, la presenza dei dati sul Web potrebbe potenzialmente comportare l'accesso alle informazioni da parte di altri malintenzionati.

Quali sarebbero i dati finiti al centro del data breach? Si fa riferimento anche a carte di identità, tessere sanitarie e IBAN, per non citare informazioni anagrafiche, codici legati a carte di credito, numeri di telefono e indirizzi di posta elettronica. Per il momento non sembrano essere arrivate comunicazioni ufficiali da parte della SIAE in merito alla presunta pubblicazione dei dati, ma la voce si sta spargendo rapidamente sul Web.

SIAE, gli hacker hanno pubblicato online i dati? Non sarebbe stato pagato il riscatto