Nel Sistema Solare esistono diversi pianeti nani come Plutone, ancora sconosciuti
Un pianeta nano è un corpo celeste di tipo planetario orbitante attorno a una stella e caratterizzato da una massa sufficiente a conferirgli una forma quasi sferica, ma che non è stato in grado di "ripulire" la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili. Nelle profondità del nostro sistema solare ne esistono diversi.
Gli astronomi sanno relativamente poco di questi oggetti deboli e distanti miliardi di chilometri, ma negli ultimi anni, nuove prove hanno rivelato che questi piccoli pianeti possono contenere una gamma sorprendente di caratteristiche, dagli oceani alle montagne a canyon e vulcani. Questi mondi sconosciuti si trovano in una regione nota come fascia di Kuiper, esplorata dal veicolo spaziale New Horizon.
Finora, l'Unione Astronomica Internazionale, l'autorità riconosciuta per assegnare i nomi a stelle, pianeti, asteroidi e altri corpi celesti, riconosce solo cinque pianeti nani: Cerere, Eris, Haumea, Makemake e Plutone. Eris, con una massa del 27% superiore quella di Plutone, ha un'orbita molto eccentrica che lo porta da una distanza minima dal Sole di 5.6 miliardi di km ad una massima di 14.6 miliardi. Makemake, è il terzo pianeta nano per dimensioni del sistema solare, ed ha perfino un piccolo satellite che gli orbita intorno.
Tuttavia, gli astronomi continuano a trovare nuovi possibili candidati di pianeti nani ogni anno. Al momento, però, questi corpi celesti sono per lo più conosciuti da immagini sgranate e tramite rilevamenti basati sulla Terra di sostanze chimiche trovate sulle loro superfici.
Ciò potrebbe presto cambiare grazie alla prossima generazione di grandi telescopi in costruzione in luoghi come il Cile e le Hawaii. Questi strumenti dovrebbero rivelare i dettagli della superficie meglio del telescopio spaziale Hubble. "Penso che scopriremo che i pianeti nani della Cintura di Kuiper sono altrettanto eterogenei dei pianeti terrestri", afferma infine lo scienziato planetario del Southwest Research Institute Alan Stern.
FONTE: astronomy
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