Lo smartworking non ha alcun impatto negativo sulla produttività

Lo smartworking non ha alcun impatto negativo sulla produttività
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La pandemia ha rivoluzionato il nostro modo di fare e vedere le cose. Il distanziamento sociale ha introdotto, tra le tante cose, lo smartworking. Il lavoro a distanza, infatti, ha molti vantaggi e pochi punti negativi e adesso è stato appena confermato che non ha alcun impatto negativo sulla produttività.

In particolare, un team di ricerca della Texas A&M University School of Public Health ha scoperto che la resilienza dei dipendenti e dell'azienda può essere perfino migliorata attraverso lo smartworking. Lo studio ha valutato i dati tecnologici dei dipendenti prima, durante e dopo l'uragano Harvey.

È stato scoperto che, sebbene l'uso totale del computer sia diminuito durante il disastro naturale, i comportamenti lavorativi dei dipendenti durante il periodo di sette mesi di lavoro in remoto sono tornati ai livelli pre-uragano. "Quasi tutti i dipendenti, dopo l'evento, sono tornati allo stesso livello di produzione prima dell'uragano Harvey. Questo è un grande messaggio in questo momento per i datori di lavoro perché stiamo discutendo a livello nazionale sull'opportunità o meno dei dipendenti di poter lavorare da remoto o in modo ibrido", affermano gli autori.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista IOS Press a febbraio. I ricercatori di Texas A&M ritengono che queste informazioni possano essere utilizzate per promuovere comportamenti sani per i dipendenti, compresi quelli che lavorano in remoto (Microsoft ha dichiarato che utilizzerà in modo permanente lo smartworking). Ad esempio, secondo quanto affermato dagli esperti, nel lavoro a distanza è importante fare delle pausa regolari. Quest'ultime, infatti, non ostacolano la qualità del lavoro dei dipendenti.

A proposito di benessere dei lavoratori, qualche tempo fa si è concluso il più grande test sulla "settimana lavorativa da 4 giorni".