Snapchat, il CEO Evan Spiegel attacca Facebook: "poteva copiarci anche la privacy"

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Il rapporto tra Snapchat e Facebook non è mai stato idilliaco. Le due compagnie si sono spesso scontrate, soprattutto dopo che il CEO Evan Spiegel ha a più riprese rifiutato l'offerta di acquisto avanzata dal collega Mark Zuckerberg. Di recente il social network giallo ha anche accusato Facebook di avergli copiato alcune delle sue funzionalità.

Per la prima volta, dopo anni di silenzio, Evan Spiegel ha parlato di Facebook ed ha utilizzato la questione dello scandalo Cambridge Analytica per mandare una stoccata al concorrente. Parlando in occasione di una conferenza incentrata sul mondo hi-tech e dei media, il CEO di Snapchat Evan Spiegel ha detto senza mezzi termini che "saremmo davvero grati a Facebook se ci copiasse anche le nostre pratiche per la protezione dei dati".

Un riferimento esplicito a quanto fatto da Facebook negli ultimi anni, quando ha portato su Whatsapp, Facebook ed Instagram le Storie, che riprendono a grandi linee il funzionamento di Snapchat, ovvero immagini e video che scompaiono dopo 24 ore. A ciò di recente si sono anche aggiunte le maschere in realtà aumentata ed i filtri sovrapposti al viso degli utenti quando attivati.

Immediata è arrivata la risposta di Facebook, attraverso una nota rilasciata da Alex Stamos, capo della sicurezza della compagnia di Menlo Park, il quale ha voluto ricordare ai colleghi i casi di revenge porn: "l'implicita promessa di Snapchat che le foto scompaiono davvero, insieme alla scarsa sicurezza delle API, ha portato ad una serie di casi di revenge porn. Quindi no, non credo che copiare Snapchat sarebbe una mossa intelligente", ha twittato il dirigente.