Snapchat, così i dipendenti spiavano gli utenti. Un insider: "avevamo le chiavi del regno"

Snapchat, così i dipendenti spiavano gli utenti. Un insider: 'avevamo le chiavi del regno'
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Un'inchiesta di Motherboard rivela come i dipendenti di Snapchat potessero spiare gli utenti della piattaforma, grazie ad uno strumento chiamato SnapLion: "avevamo le chiavi del regno", dice un insider. SnapLion doveva servire alla piattaforma per raccogliere i dati necessari in caso di richieste da parte delle forze dell'ordine.

Fino al 2018, spiega un altro dipendente, non esisteva traccia dei log a SnapLion. Troppi dipendenti avevano accesso al tool —quelli del reparto sicurezza, ma pure quelli del team anti-bullismo—, ma il sistema non rilevava l'identità di ogni impiegato individuale che lo usava. Impossibile rintracciare eventuali abusi, dunque.

Email interne ottenute da Motherboard mostrano come i dipendenti fossero ben a conoscenza del problema, di cui avrebbero discusso in più occasioni. Così Joseph Cox, giornalista dietro all'inchiesta (traduzione via La Repubblica: "dietro i prodotti che usiamo ogni giorno ci sono persone che hanno accesso a dati estremamente sensibili. Senza le adeguate protezioni, questi stessi individui potrebbero abusarne per spiare le informazioni o i profili privati degli utenti".

Vasta la categoria dei dati in possesso dell'app, secondo Repubblica: dalla posizione esatta, al log di tutte le chat —data dei messaggi e destinatari—, così come immagini, video e storie memorizzate dagli utenti.

La risposta ufficiale dell'azienda:

"Proteggere la privacy è fondamentale per Snap. Manteniamo pochissimi dati utente e disponiamo di solidi criteri e controlli per limitare l'accesso interno ai dati che abbiamo. L'accesso non autorizzato di qualsiasi tipo costituisce una chiara violazione degli standard aziendali in materia di condotta aziendale e, se rilevato, determina la cessazione immediata del contratto".