Snapchat, oltre un milione di firme contro la nuova interfaccia. Ma non è l'unico guaio

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Snapchat non ha fatto in tempo a riprendersi dalla sbornia per gli ottimi risultati di qualche giorno fa, che gli sono capitate due belle gatte da pelare: gli utenti non ne vogliono proprio sapere della nuova interfaccia, in oltre un milione firmano per farla rimuovere. Ma ci sono anche problemi di sicurezza, oltre 50.000 user vittime di phishing.

Una nuova interfaccia che prevede cambiamenti radicali, anche per le possibilità di monetizzazione della compagnia: da una parte i contenuti condivisi dagli amici —che in America vanno ancora forte, dato che i giovanissimi non sono ancora passati in massa ai cloni creati da Facebook— e dall'altra quelli di brand e influencer. Un modo per rendere Snapchat più simile agli altri social, con una buona dose di contenuti creati direttamente dai brand —il tutto a beneficio delle casse dell'azienda.

Ma gli utenti affezionati alla vecchia app proprio non ci stanno: una petizione per chiedere a Snapchat di rimanere ancorato alla vecchia versione ha superato il milione di firme. Un dato pazzesco, se si pensa che risultati simili, nel variopinto e spesso pittoresco mondo delle petizioni online, lo raggiungono forse —ma questo non è assolutamente scontato— iniziative di natura politica o caritatevole. Evan Spiegel, CEO e fondatore della compagnia, ha comunque affermato che non si torna indietro. La nuova interfaccia sarà inevitabile, gli utenti se ne facciano una ragione.

Ma i guai non terminano qua: è venuto fuori che lo scorso luglio la compagnia ha subito un massiccio attacco phishing —la tecnica con cui, spesso senza l'utilizzo di software malevoli, si carpiscono informazioni come email e password usando tecniche di ingegneria sociale— che avrebbe compromesso l'integrità di oltre 50.000 utenti. Ad informare la compagnia sono state le autorità del Regno Unito, che hanno reso nota l'esistenza di una lista online con le credenziali di 55.851 persone. Snapchat ha già reso noto di aver resettato la maggior parte di questi, ponendo fine all'incidente. Eppure non si è trattato di un intervento tempestivo, al punto che questa lista è rimasta online per diverse settimane, compromettendo la privacy e i dati personali di migliaia di persone.