Il nuovo social network di Trump non s'ha da fare: codice sorgente rubato da altro social?

Il nuovo social network di Trump non s'ha da fare: codice sorgente rubato da altro social?
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Il nuovo social network di Donald Trump annunciato nella giornata di ieri e chiamato dal suo team “TRUTH Social”, già potrebbe essere destinato alla scomparsa da Internet. A quanto pare, infatti, sembrerebbe copiare direttamente il codice sorgente di un’altra piattaforma social, e ciò potrebbe portare a cause legali non indifferenti.

A parlarne nel dettaglio è stato il portale TalkingPointsMemo (noto anche come TPM) che, anche tramite Twitter, ha fatto capire come TRUTH non sarebbe affatto originale ma deriverebbe direttamente da Mastodon, altro social network alternativo e open source focalizzato su privacy e autonomia degli utenti.

Le somiglianze del codice non mancano e sono state notate molto rapidamente dai primi utenti di TRUTH, soprattutto lato front-end (ovvero nell’estetica dei due social). In calce alla notizia potete trovare un Tweet contenente un chiaro esempio. A rendere evidente l’associazione tra Mastodon e il social dell’ex Presidente degli Stati Uniti è, oltretutto, la menzione esplicita del primo nel codice sorgente del secondo.

Chiariamo quindi i margini di azione legale per Eugen Rochko, fondatore di Mastodon che ha già dichiarato di essere intenzionato a “chiedere consigli sulla situazione al suo team [di avvocati]”. I termini di utilizzo della piattaforma open source prevedono l’utilizzo libero del codice sorgente, purché gli utenti esplicitino la sua origine e rendano il codice della piattaforma derivata disponibile al pubblico per qualsiasi controllo. TRUTH Social, invece, scrive nei suoi Termini di Servizio che “tutto il codice sorgente è proprietario”. Ciò costituisce una chiara violazione della licenza AGPLv3 su cui si basa Mastodon.

Come se non bastasse, i primi test effettuati su TRUTH dimostrano che il social di Trump funzionerebbe in maniera simile a Twitter. Gli utenti qui potranno postare “Truths”, ovvero verità o “Tweet”, e “Re-Truths”, ovverosia i già noti “Retweet”. Un’esperienza analoga è avvenuta con l’altro social di Trump chiamato GETTR, lanciato a luglio e anch’esso fin troppo simile a Twitter. Insomma, sembra proprio che il servizio di Jack Dorsey sia una fissazione per il tycoon statunitense. Staremo a vedere cosa succederà a TRUTH e quale sarà il suo destino.