La sonda Voyager trova nuovo tipo di esplosione di elettroni ai confini del Sistema Solare

La sonda Voyager trova nuovo tipo di esplosione di elettroni ai confini del Sistema Solare
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Nonostante si trovino a ben 23 miliardi di chilometri di distanza (sì, avete letto bene), le sonde Voyager, lanciate quasi 50 anni fa dal nostro pianeta, continuano a fare scienza. Un'analisi dettagliata dei dati recenti dei due veicoli spaziali ha rivelato le prime esplosioni di elettroni dei raggi cosmici nello spazio interstellare.

Queste particelle sembrano accelerare anche oltre i confini dei potenti venti del nostro Sole, grazie alle onde d'urto delle eruzioni solari note come espulsioni di massa coronale. "L'idea che le onde d'urto accelerino le particelle non è nuova", afferma l'astrofisico Don Gurnett dell'Università dello Iowa. "Ma nessuno l'ha mai visto con un'onda d'urto interstellare, in un mezzo completamente nuovo e incontaminato".

La superficie del nostro Sole, infatti, emette continuamente vento solare, un flusso di particelle cariche sotto forma di plasma. Alla fine, questo vento solare si diffonde anche nel mezzo interstellare, ciò che definisce in gran parte i confini del nostro Sistema Solare. Al di fuori di questo confine, non è chiaro cosa accada al plasma solare e ai raggi cosmici che riescono ad arrivare così lontano quando trasportati su un'onda d'urto.

Grazie alle sonde Voyager, adesso abbiamo un'idea più precisa. Quando un'onda di energia di un'espulsione di massa coronale raggiunge lo spazio interstellare, l'onda d'urto spinge i raggi cosmici con maggiore potenza per colpire il campo magnetico tangente generato dall'onda, e un altro shock riflette e accelera questi raggi cosmici in uno stato di energia superiore, come rilevato da Voyager.

Una scoperta che ci farà comprendere ancora di più i confini del nostro Sistema Solare.