SpaceX non è responsabile per la distruzione del satellite spia Zuma

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All'inizio di gennaio, SpaceX ha categoricamente negato le voci secondo cui avrebbe distrutto un satellite spia chiamato Zuma durante il lancio. Ora, una nuova nota governativa ha (si spera definitivamente) assolto la compagnia di Elon Musk da qualsiasi responsabilità per la perdita della sonda spaziale.

Gli investigatori governativi che hanno esaminato la missione hanno infatti stabilito che una struttura montata in cima al razzo, chiamata adattatore del carico utile, non è riuscita a dispiegare il satellite in orbita. Questo adattatore è stato costruito dal Northrop Gurmann, che in passato ha già collaborato con la Difesa, il che vuol dire che SpaceX non ha alcuna colpa per la scomparsa di Zuma.

Lo scenario attuale si allinea con quello che molti hanno ipotizzato all'epoca. SpaceX infatti ha lanciato Zuma in cima al suo razzo Falcon 9 lo scorso 7 Gennaio, e solo un giorno dopo i rapporti hanno fatto emergere che il satellite era tornato sulla Terra e si era bruciato nell'atmosfera dopo la missione. Tuttavia, il presidente di SpaceX Gwynne Shotwell ha affermato che il lancio del razzo è andato secondo i piani.

Ora arrivano i nuovi rapporti ufficiali che di fatto scagionano la compagnia di Elon Musk e riversano tutte le colpe su Northrop Grumann, confermando quanto pubblicato tempo fa da Wired. Il rapporto del Wall Street Journal sostiene che la forma del satellite Zuma lo rendeva vulnerabile alle vibrazioni, ecco perchè Grumann aveva deciso di modificare un adattatore per rendere più delicata la separazione della navicella dal razzo. Tale adattatore sarebbe stato testato tre volte prima del volo, ma proprio durante il lancio reale non ha funzionato. Di conseguenza, Zuma è stato riportato nell'atmosfera dal razzo, dopo di che si è separato ma nonostante ciò è risultato essere irrecuperabile.

Si tratta di una notizia senza dubbio positiva per SpaceX, che era stata criticata per il fallimento della missione, al punto che la questione era finita anche al Congresso.