Speciale Festa della Donna: la storia di Malala Yousafzai

Speciale Festa della Donna: la storia di Malala Yousafzai
di

Eccoci al terzo appuntamento del nostro Speciale sulla Festa della Donna. Oggi, vi proponiamo la biografia della celebre attivista pakistana Malala Yousafzai. Se vi siete persi l’episodio di ieri, vi consigliamo di recuperare la storia di Anna Bolena.

Tutto inizia nel 2012, quando Malala sopravvisse a un tentativo di omicidio ordito da un militante estremista, Ehsanullah Ehsa. Il talebano le sparò alla testa con un’arma da fuoco, mentre stava salendo su uno scuolabus. Il perché di questo attacco? Malala rappresentava un simbolo di lotta per l’istruzione. Dopo il tragico evento, la Yousafzai ricevette cure mediche nel Regno Unito, dove rimarrà per proseguire gli studi.

Con un precedente del genere, è facile immaginare ad un’uscita di scena dell’attivista… Tuttavia, nel 2013, Malala tenne un discorso all’Assemblea della Gioventù delle Nazioni Unite, a New York, durante il quale ha parlato della controversa situazione che attanaglia i diritti delle donne nel suo paese. La giovane studentessa spiegò che l’unica soluzione per combattere la disuguaglianza è l’istruzione.

Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo.

Nello stesso anno, venne pubblicato il primo libro sulla storia della vita della giovane attivista, “I Am Malala”, scritto da Christina Lamb, giornalista internazionale ed esperta delle vicende concernenti Pakistan e Afghanistan.

Nel 2014, Yousafzai ricevette il Premio Nobel per la Pace, insieme a Kailash Satyarthi, un'attivista indiano. A 14 anni, Malala era la più giovane vincitrice del premio Nobel e non sembrava volersi fermare nello stupire il mondo: espresse il desiderio di diventare Primo Ministro del suo Paese, con l'obiettivo di garantire il diritto all'istruzione a tutti i bambini.

A seguito di questo evento, il Premier pakistano assegnò a Malala Yousafzai il primo Premio Nazionale per la Pace, un riconoscimento creato appositamente in suo onore, che comprendeva anche un assegno del valore di circa 4.000 euro. Yousafzai, in questa e in altre occasioni, ha ribadito la sua volontà di creare un partito politico e lavorare per migliorare il futuro delle giovani donne nella sua paese.

Il nostro terzo episodio finisce qui, sperando che le azioni della piccola grande Malala vi abbiano stupito. Se siete ancora in vena di “grandi vite”, allora vi consigliamo anche il primo appuntamento dello Speciale: la storia di Margherita Hack.

[Southbank Centre, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons]