SPID a rischio cancellazione, Butti: "vogliamo una sola identità digitale"

SPID a rischio cancellazione, Butti: 'vogliamo una sola identità digitale'
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Nella giornata di ieri è rimbalzata la notizia sulla possibile cancellazione del sistema SPID da parte del Governo, dopo le parole pronunciate dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti. Oggi, lo stesso esponente del Governo ha fatto il punto sui piani che ha in serbo per lo SPID.

In una lettera pubblica indirizzata al direttore del Corriere della Sera, il Sottosegretario ha voluto fare chiarezza ed ha spiegato che il Governo non vuole eliminare l’identità digitale ma averne solamente una, nazionale gestita dallo Stato: la Carta d’Identità Digitale presente nei portafogli di milioni di italiani dal 1931. A quanto pare il Sottosegretario ha già iniziato i lavori ed ha spiegato che sono in corso delle interlocuzioni (definite “incoraggianti”) con tutti gli stakeholder.

Nella lettera vengono però anche evidenziati i limiti della CIE: i lunghi tempi di rilascio e la scarsa usabilità con PC e smartphone (in quanto richiede un lettore). “Si tratta di questioni già note e che oggi stiamo quindi affrontando. Vorremmo lavorare per assicurare il rilascio della CIE da remoto, a costo zero e in 24 ore, e per garantirne la sua usabilità, attraverso soluzioni semplici almeno quanto lo SPID ha affermato Butti nella lettera che lancia anche alcune idee per affrontare tali problemi.

Un’idea potrebbe essere chiedere loro un supporto alla migrazione a CIE, favorendo una transizione negoziata tra i due sistemi. Sia SPID che CIE sono “identità digitali EIDAS”, notificate a Bruxelles. La migrazione andrà pertanto gestita a livello europeo, spiegandone il senso e, soprattutto, notificando tempestivamente eventuali variazioni tecnologiche necessarie a rendere la CIE più usabile. A beneficio dei nostri cittadini e delle nostre imprese osserva.

L’idea nasce da un’esigenza specifica: semplificare la vita dei cittadini, aumentare la sicurezza e rendere più accessibili i servizi digitali. Inoltre, una transizione di questo tipo secondo Butti favorirebbe anche le casse dello Stato.