Spyware made in Italy, la Procura di Napoli indaga e sequestra la piattaforma Exodus

Spyware made in Italy, la Procura di Napoli indaga e sequestra la piattaforma Exodus
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Spyware Exodus, quasi un migliaio di italiani spiati per errore da finte app create per aiutare le indagini delle forze dell'ordine. Ora la Procura di Napoli sta indagando su quattro persone per accertare ogni responsabilità. Sequestrata preventivamente la piattaforma informatica della E-surv.

L'indagine della Procura di Napoli —riporta l'agenzia di stampa ANSA— sarebbe partita già quattro mesi fa. Il software della azienda calabrese doveva essere utilizzato nelle attività d'indagine della Polizia di Stato. Uno spyware di Stato mascherato da app "innocue", circa una ventina, aveva raccontato un'inchiesta che vedeva assieme la redazione italiana e quella americana della rivista Motherboard. Una volta che l'utente installava l'app "esca", Exodus avrebbe dovuto verificarne l'identità: se codice IMEI e numero di telefono corrispondevano con quelli dell'indagato, allora, e solo allora, il software iniziava a scaricare anche un file ZIP con altri malware, ottenendo il pieno controllo del telefono.

Ma qualcosa è andato storto: le app scaricavano i malware sempre, anche quando il telefono non apparteneva agli indagati (per cui erano state autorizzate le intercettazioni). Così quasi un migliaio di italiani sarebbero finiti spiati senza motivo, in violazione della legge.

A scoprire già in tempi non sospetti (sempre secondo la ricostruzione dell'ANSA) dell'anomalia, sarebbe stato il Nucleo speciale Tutela Privacy della Guardia di Finanza.

Si torna a parlare del tema dei captatori di Stato autorizzati con una legge del 2017. All'epoca i giuristi e gli attivisti per la privacy avevano parlato di gravi rischi.