Startup vuole caricare il cervello nel cloud. Ma è possibile solo uccidendo le persone
Una startup americana ha annunciato di voler caricare il cervello degli utenti sul cloud, utilizzando una tecnica pioneristica che ha già sperimentato sui conigli. Sebbene si tratti di un progetto estremamente interessante, è doveroso notare che il processo è "al 100 per cento fatale", il che vuol dire che gli esseri umani vengono uccisi.
La società, battezzata Nectome, è stata fondata nel 2016 da una coppia di ricercatori del MIT, e spera di offrire un'applicazione commerciale che offre un nuovo processo di conservazione del cervello, attraverso un processo battezzato "criopreservazione stabilizzata con aldeide".
Il processo, che ha come risultato la "vitrificazione" del cervello, è molto interessante ed ha già attirato l'attenzione di diversi ricercatori e scienziati, al punto che ha vinto due premi dalla Brain Preservation Foundation, in quanto è riuscita a preservare il cervello di un coniglio nel 2016 e di un maiale ad inizio 2018.
La presentazione ufficiale avverrà alla presenza degli investitori di Y Combination, un famoso startup accelerator della Silicon Valley.
Il costo dell'operazione è di 10.000 Dollari e, secondo quanto affermato dai gestori, ad oggi venticinque persone avrebbero già fatto richiesta, tra cui il fondatore Sam Altman, un trentaduenne, il quale ha affermato alla MIT Technology Review di essere sicuro che nel corso della sua vita i cervelli potranno essere digitalizzati.
Il processo di vetrificazione, affinchè vada a buon fine e permetta di utilizzare i dati, deve essere eseguito al momento della morte o, più precisamente, deve essere la causa della morte in quanto vengono iniettate nel cervello delle sostanze chimiche imbalsamanti che preservano la struttura neuronale, anche mentre uccidono il paziente.
Nectome sostiene che il servizio sia pienamente legale in certi stati degli Stati Uniti, grazie ad alcune leggi sull'eutanasia. L'azienda tuttavia ancora non ha messo su alcun metodo per caricare il cervello o renderlo riutilizzabile. Secondo il sito web però spera di simulare l'upload di un cervello su "una rete neurale biologica" nel 2024.
FONTE: The Guardian
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