Stasera Rocket Lab lancerà di nuovo il suo ingegnoso razzo "elettrico": Electron

Stasera Rocket Lab lancerà di nuovo il suo ingegnoso razzo 'elettrico': Electron
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La società fondata da Peter Beck nel 2006 in Nuova Zelanda sta pian piano acquistando fama e prestigio, soprattutto per merito del suo lanciatore leggero Electron, un razzo a propellente liquido che sfrutta un ciclo di alimentazione a pompa elettrica.

Aggiornamento: il lancio è stato rinviato al 3 novembre 2020 a causa di alcuni valori insoliti rilevati dai sensori del razzo poco prima del decollo. Non sembrano esserci problemi gravi, ma si è preferito per un posticipo precauzionale permettendo indagini approfondite.

L’Electron è composto da due stadi quasi identici, ed è generalmente usato per portare in orbita bassa o elio-sincrona piccoli carichi quali CubeSat o satelliti privati. Entrambi gli stadi montano lo stesso tipo di motore, un Rutherford (stesso di progettazione della Rocket Lab), e questo abbassa di molto la complessità ingegneristica del veicolo, riducendone i costi. Come se non bastasse, il motore Rutherford non è solo il primo del suo genere a montare un ciclo elettronico, ma è anche – in gran parte – realizzato con delle stampanti 3D.

Come si può immaginare dunque, il razzo di Rocket Lab ha un costo irrisorio rispetto ai suoi competitori più acclamati: per fare un esempio, ogni lancio di un Falcon 9 della SpaceX con carico minimo costa circa 50-55 milioni di dollari, un lancio a pieno carico dell’Electron costa non oltre i 6 milioni di dollari. E tutto questo senza nemmeno essere riutilizzabile (per ora si sta migliorando solo il primo stadio con dei paracadute e degli aerofreni, per renderlo recuperabile).

Non è un mistero, dunque, il motivo per cui la compagnia neozelandese sia sempre più impegnata per portare carichi privati in orbita: proprio stasera, mercoledì 21 ottobre, dopo le 23:00 del fuso orario italiano, ci sarà il quindicesimo volo dell’Electron dal Launch Complex 1 sulla penisola di Mahia, in Nuova Zelanda. Il lancio avverrà in diretta e potrete seguirlo comodamente dalla sito ufficiale della Rocket Lab. La trasmissione dovrebbe iniziare circa 15 minuti prima dell'apertura della finestra di lancio.

Il lancio in realtà sarebbe dovuto avvenire il 4 luglio, ma un fallimento critico del razzo ha creato diversi ritardi nella tabella di marcia di Rocket Lab.

La missione è stata intitolata “In Focus” (“messa a fuoco”) per via del carico che trasporterà in orbita: nove satelliti di imaging appartenenti alla compagnia Planet e un microsatellite della Canon Electronics. Si andranno ad aggiungere ad una costellazione di loro simili in orbita già da diversi anni, e saranno utili a ricercatori, studenti, aziende e governi per creare modelli morfologici, rilevare primi segnali importanti di incendi, slavine, cambiamenti conformazionali del terreno e così prendere decisioni tempestive.

Il microsatellite CE-SAT-IIB di Canon Electronics è dotato persino di un telescopio di medie dimensioni e di tre tipi di telecamere altamente sensibili. Il satellite dimostrerà le capacità dei riflettori Cassegrain di acquisire immagini della Terra anche di notte, mediante l'aiuto delle fotocamere digitali mirrorless prodotte dalla Canon.

Peter Beck è uno che non ama stare con le mani in mano, e ha già annunciato i suoi piani per andare a caccia di fosfina su Venere.

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