Questa stella nana, molto più piccola del nostro Sole, ha rilasciato un'energia spaventosa

Questa stella nana, molto più piccola del nostro Sole, ha rilasciato un'energia spaventosa
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Gli astronomi hanno individuato un gigantesco bagliore nei dati registrati il ​​5 luglio 2008 dall'EPIC (European Photon Imaging Camera) a bordo dell'osservatorio per raggi X XMM-Newton dell'ESA. Nel giro di pochi minuti, una piccolissima stella ha rilasciato un'energia dieci volte più potente dei bagliori più intensi del Sole.

Il colpevole di questo incredibile rilascio di energia (chiamati flare o brillamenti) è noto come J0331-27, una sorta di stella nana chiamata "L dwarf". Un corpo celeste con una massa così piccola che rientra per un pelo nella classificazione di "stella" e che ha l'8% della massa del Sole. Questi eventi vengono rilasciati quando il campo magnetico nell'atmosfera di una stella diventa instabile e collassa in una configurazione più semplice. Nel processo, la stella rilascia gran parte dell'energia che è stata immagazzinata al suo interno.

"Questa è la parte scientifica più interessante della scoperta, perché non ci aspettavamo che le stelle L-nane immagazzinassero abbastanza energia nei loro campi magnetici per provocare tali esplosioni", afferma Beate Stelzer dell'Institut für Astronomie und Astrophysik Tübingen e dell'Osservatorio Astronomico di Palermo.

La stella in questione ha una temperatura di 1.800 °C (in confronto, il Sole ha una temperatura di 5.700 °C). Gli astronomi non pensavano che una stella del genere potesse essere in grado di generare abbastanza particelle cariche per alimentare così tanta energia nel campo magnetico. Così, la domanda che si pongono è la seguente: com'è stato possibile un flare del genere in una stella così piccola?

"Bella domanda", afferma Beate. "Non lo sappiamo, nessuno lo sa." Il super flare è stato scoperto nell'archivio dati XMM-Newton nell'ambito di un grande progetto di ricerca condotto da Andrea De Luca dell'INAF, Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano. "C'è ancora molto da scoprire nell'archivio XMM-Newton", afferma Andrea. "In un certo senso, penso che questa sia solo la punta dell'iceberg."

L'XMM-Newton (che un paio di mesi fa ha compiuto il suo ventesimo anno di vita) ha osservato la stella nana per circa 40 giorni. Questo corpo celeste sembra rilasciare energia molto raramente per poi, infine, "scoppiare" in un evento estremo. Il motivo rimane sconosciuto e la questione necessita di ulteriori approfondimenti. "Non vedo l'ora della prossima sorpresa", afferma Norbert Schartel, scienziato del progetto XMM-Newton per l'ESA.