Steve Wozniak vorrebbe un Siri più aperto alle app di terze parti

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L'app Siri è il simbolo di quegli "assistenti vocali" ormai presenti su qualsiasi smartphone top di gamma che si rispetti. Le sue performance vanno migliorando con il tempo, grazie all'aggiunta del supporto di nuove lingue, integrazione di nuove funzionalità e altro. Al momento del suo esordio, nell'ottobre del 2011 in concomitanza con il lancio dell'iPhone 4S, Scott Forstall, ex capo del team iOS di Apple, disse che si trattava di una beta e che lo sarebbe stato per diverso tempo, visto che Siri ha sempre voglia di "imparare". Il co-fondatore dell'azienda di Cupertino, Steve Wozniak, ha cercato di dare qualche suggerimento ai dirigenti della Mela proprio riguardo l'implementazione di nuove funzionalità di Siri. Secondo Woz, l'assistente vocale dovrebbe interagire anche con le applicazioni di terze parti, e non solo con quelle realizzate da Apple.

In poche parole Cupertino dovrebbe rilasciare le API con cui funziona Siri, in modo che i developer possano collegare il tutto alle proprie applicazioni. Si potrebbe chiedere, ad esempio, di far partire un brano dall'app di Spotify, di taggare una canzone con Shazam o di trovare una determinata notizia su un aggregatore di news. Le possibilità sarebbero infinite, e sia Apple che gli sviluppatori ci guadagnerebbero tantissimo.