La stimolazione cerebrale come trattamento del dolore
I placebo, di cui abbiamo già trattato l'argomento, possono farci star meglio. Gli scienziati del Massachusetts General Hospital hanno dimostrato col loro studio come tale effetto possa essere ancora più intenso grazie ad una stimolazione elettrica mirata.
Questa scoperta aumenta la possibilità di sfruttare gli effetti placebo e nocebo, che inducono dolore o piacere, alterando l'attività cerebrale e migliorando quindi i trattamenti.
Per attuare la ricerca, il team ha messo insieme un gruppo di 81 partecipanti sottoposti a del caldo molto intenso, fornito da uno stimolatore termico posto sull'avambraccio mentre giacevano in uno scanner di risonanza magnetica funzionale, per valutarne le risposte.
Ogni persona ha poi ricevuto 3 creme, ciascuna applicata in un punto diverso dell'avambraccio sottoposto allo stimolatore. E' stato poi detto ai partecipanti come ognuna delle tre somministrazioni avesse un effetto diverso, una alla lidocaina con effetto anestetizzante, una normale idratante, l'ultima alla capsaicina per aumentare l'effetto dolorifico. In realtà le 3 formulazione erano le medesime, una semplice lozione inerte ma con tre colori diversi.
Prima di testare gli effetti placebo e nocebo, hanno quindi sottoposto alcuni partecipanti a piccoli impulsi elettrici con un metodo chiamato stimolazione transcranica a corrente diretta continua (tDCS), dove 2 elettrodi collegati al cuoio capelluto hanno fornito una corrente di debole intensità per modificare il comportamento delle cellule nervose.
L'area della corteccia prefrontale dorsolaterale destra, ritenuta importante per gli effetti placebo e nocebo, è stata quindi stimolata con 2 tipi diversi di tDCS, una anodica positiva per rendere le cellule nervose più propense ad emettere segnali, ed una catodica negativa per renderle più inerti. I risultati ottenuti sono stati particolarmente interessanti.
I soggetti "catodizzati" infatti, hanno riportato effetti placebo più forti quando è stata applicata la crema alla "finta lidocaina", mentre nei soggetti "anodizzati" la stimolazione ha smorzato l'effetto nocebo della soluzione alla "finta capsaicina". La tDCS ha quindi influenzato i percorsi neurali che già si pensava fossero coinvolti negli effetti placebo e nocebo, amplificandone e potenziandone gli effetti.
Il prossimo obbiettivo sarà quello di dimostrare se tali risultati saranno replicabili anche in pazienti con dolore cronico, così da avere un ulteriore supporto per il trattamento a lungo termine.
FONTE: PNAS
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