La storia dell'appartamento "radioattivo" vi farà venire la pelle d'oca

La storia dell'appartamento 'radioattivo' vi farà venire la pelle d'oca
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Di incidenti "radioattivi" purtroppo ce ne sono stati tanti nella storia recente. Se quello del ragazzo che ha portato una capsula radioattiva in casa vi ha lasciato senza parole, dovete sapere che l'incidente radiologico di Kramatorsk ha quasi sterminato due famiglie ai tempi dell'Unione Sovietica.

Ci troviamo nella madre patria Russia alla fine degli anni '70, in particolare nella cava di pietra della regione di Donetsk dell'odierna Ucraina.

Da qui a poco sarebbero iniziate le Olimpiadi del 1980 a Mosca e l'Unione Sovietica doveva dimostrare al mondo lo splendore della sua forma di governo. Per questo gli appartamenti - nei posti dove non c'erano - dovevano essere costruiti rapidamente per stupire gli stranieri.

Come immaginerete, questo sforzo richiedeva una grande quantità di risorse edilizie di base, e a causa dell'intensa pressione per produrre i materiali da costruzione, la cava smarrì accidentalmente una capsula di cesio-137, materiale estremamente radioattivo, che a insaputa di tutti i lavoratori venne miscelata nella ghiaia usata per costruire gli edifici.

Cosa ci fa qualcosa di così pericoloso in una cava? Anche al giorno d'oggi, infatti, all'interno di questi luoghi vengono utilizzati dei misuratori di radiazioni per analizzare la densità dei materiali. La capsula di cesio faceva originariamente parte di uno strumento per misurare il livelli di radiazioni, ma a causa della negligenza umana venne perduta... e il suo destino è (purtroppo) ben noto.

Con il materiale radioattivo venne costruita una parte del condominio numero 7, in particolare un pannello di cemento dell'appartamento 85. Due famiglie ci soggiornarono per nove anni, inclusi due adolescenti e i loro genitori. Dopo un solo anno una donna di 18 anni si ammalò improvvisamente di leucemia e morì solo pochi mesi dopo. Un anno più tardi, un ragazzo di 16 anni della stessa famiglia morì, insieme alla madre, per la stessa malattia.

Nel 1989 gli esperti, dopo l'ingresso di un'altra famiglia all'interno del palazzo che sperimentò la stessa tragedia, trovarono dei livelli di radiazioni fuori scala, più che sufficienti per fornire dosi letali di raggi gamma. Alcune stanze vennero smantellate e un grosso pezzo di muro - l'origine delle radiazioni - venne portato all'Istituto di ricerca nucleare di Kiev, dove gli scienziati recuperarono una minuscola fiala: la stessa persa nella cava anni prima.

L'edificio 7 è ancora in piedi fino ad oggi, ma il muro radioattivo è stato eliminato da tempo. Un'altra testimonianza di quanto possa essere pericolosa e letale una piccola capsula radioattiva, come quella persa (e ritrovata) in Australia.