La storia del campione di roccia lunare presente nello Studio Ovale di Biden

La storia del campione di roccia lunare presente nello Studio Ovale di Biden
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Quando un nuovo presidente degli USA si instaura all'interno della Casa Bianca, lo Studio Ovale viene ri-arredato in base ai "gusti" del nuovo presidente entrante, in questo caso Joe Biden. È notizia degli ultimi giorni, infatti, dell'arrendamento dello studio che include - tra le tante cose - anche un pezzo di pietra lunare. Vediamo la sua storia.

Il campione è stato dato in prestito al presidente dal Johnson Space Center della NASA. Biden ha selezionato il pezzo di roccia lunare nella speranza che potesse "ricordare agli americani l'ambizione e i risultati delle generazioni precedenti".

Sono stati gli astronauti Harrison "Jack" Schmitt ed Eugene Cernan a raccogliere il campione 76015,143 durante l'ultima missione Apollo 17 nel dicembre del 1972. Il campione, vecchio 3,9 miliardi di anni, è un tipo di roccia chiamata "impact melt breccia", e racconta la storia dell'ultimo grande impatto di un asteroide sulla Luna.

Secondo la NASA, il campione può essere ricondotto all'impatto che ha creato l'Imbrium Impact Basin, un cratere di 1145 chilometri di diametro. Grazie a questi pezzi di roccia possiamo, sostanzialmente, ricostruire la storia del nostro satellite, compresi tutti gli impatti che si sono verificati sulla sua superficie.

Questo non è il primo campione della Luna ad arrivare nello Studio Ovale: il 20 luglio 1999, Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins presentarono al presidente Bill Clinton il campione 10057,30, una roccia lunare di notevoli dimensioni raccolta durante la loro missione sulla superficie lunare.

Vale la pena sottolineare che il posizionamento del nuovo pezzo di roccia nello studio di Biden non è solo di natura artistica. Può rappresentare l'impegno del nuovo presidente verso la Scienza e la Tecnologia, e il prossimo passo dell'uomo grazie alle missioni Artemis, prima sulla Luna e poi su Marte. Intanto, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha già fatto un primo, importante, passo per il pianeta: è rientrato all'interno degli Accordi di Parigi sul clima.