La storia del pitone tossicodipendente salvato da dei prigionieri

La storia del pitone tossicodipendente salvato da dei prigionieri
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Nel 2017, dopo che la polizia australiana ha fatto irruzione in un laboratorio di metanfetamine, è stato trovato un pitone lungo circa 2 metri che mostrava evidenti segni di aggressività a causa dell'assunzione delle droghe. Queste creature sono docili e lente e non tendono ad essere aggressive, ma non il protagonista della nostra storia.

Il rettile è stato portato al John Morony Correctional Complex, un complesso carcerario australiano di minima sicurezza per uomini e donne. Per quale motivo il rettile è stato portato in carcere? No, non ha scontato la sua pena per aver divorato un coccodrillo intero, ma è stato riabilitato nel Corrective Services NSW Wildlife Care Center, dove i prigionieri si prendono cura e salvano la fauna selvatica locale.

Ospiti di questa struttura sono serpenti, vombati, opossum, canguri e altro ancora. Fortunatamente per il pitone le cose sono andate per il meglio: dopo la sua permanenza all'interno del carcere per sette mesi è tornato in natura sano e salvo - nonostante poteva scappare dalle tubature del water. Il governatore della prigione Ivan Calder ha dichiarato che il programma per la fauna selvatica non mira solo a salvare e riabilitare gli animali, ma anche i detenuti.

Calder ha affermato che dare loro l'opportunità di prendersi cura degli animali è "un importante fattore nella loro riabilitazione ed essenziale per il cambiamento del comportamento." Dello stesso parere è Minas Kassiotis, ex detenuto della prigione, che ha affermato che il lavoro lo "rende orgoglioso di sapere che sta ripagando il suo debito con la società facendo qualcosa per sostenere la fauna selvatica."