La storia del soldato che ha servito il suo paese... 29 anni dopo la fine della guerra

La storia del soldato che ha servito il suo paese... 29 anni dopo la fine della guerra
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Hiroo Onoda quando aveva 20 anni fu chiamato dal suo paese, il Giappone, per servire come soldato durante la seconda guerra mondiale. Il 26 dicembre 1944, dopo l'addestramento, Onoda venne inviato all'isola di Lubang nelle Filippine. Il suo compito era chiaro: rimanere di guardia fino a quando l'esercito non sarebbe tornato a prenderlo.

Poco dopo l'isola fu invasa dalle truppe nemiche e la conquistarono rapidamente. Molti dei soldati giapponesi morirono, tranne il gruppo di Onoda che continuò ad utilizzare tattiche di guerriglia per attaccare i nemici. Nel ottobre del 1945, i soldati giapponesi raccolsero un volantino degli isolani locali che recitava quanto segue: "la guerra è finita il 15 agosto".

Secondo i soldati, però, questi volantini erano soltanto un metodo di propaganda nemica con lo scopo di stanarli. I giapponesi pensarono infatti che il loro paese non si sarebbe mai arreso così rapidamente (non conoscevano ovviamente i tragici avvenimenti di Hiroshima e Nagasaki). Passarono i mesi e gli isolani iniziarono a essere stufi di ricevere attacchi di guerriglia dai soldati giapponesi, tanto che affittarono un aereo e lanciarono sulle montagne - il luogo in cui erano nascosti - dei volantini con l'ordine ufficiale di arrendersi da parte del generale Yamashita.

Nulla da fare: secondo i soldati erano tutti trucchetti. Effettivamente gli ordini erano chiari: i soldati sarebbero stati prelevati da altri soldati dopo la fine della guerra. Erano quattro i guerrieri del Giappone che stavano sopravvivendo nella giungla e, anno dopo anno, vennero uccisi tutti, fino a restare soltanto Onoda. L'ultimo compagno dell'uomo venne ucciso 27 anni dopo la fine della guerra durante uno scontro con una pattuglia filippina.

I giapponesi, dopo aver sentito la notizia, inviarono una squadra di ricerca per cercare di trovare Onoda nella giungla... ma non riuscirono a trovarlo. Tutto questo fino a quanto lo studente universitario Nario Suzuki nel 1974 decise di cercarlo: l'ultimo soldato venne trovato e, nonostante le suppliche di Suzuki di tornare a casa, non venne ascoltato.

L'universitario si rivolse al maggiore Taniguchi, comandate del soldato, che decise di recarsi personalmente sull'isola delle Filippine per parlare con Onoda. Così il 10 marzo 1975, all'età di 52 anni, Onoda decise finalmente di arrendersi, vestito con la sua uniforme immacolata dopo aver ucciso 30 filippini, ferito 100 di essi e saccheggiato numerosi raccolti.

Il giapponese marciò fuori dalla giungla e consegnò la sua spada da samurai al presidente filippino Ferdinand Marcos. Quest'ultimo decise di perdonarlo e lo rispedì in Giappone. Tornato in patria, Onoda fu visto come un eroe e il paese decise di pagare l'uomo tutti i suoi 29 anni di servizio.

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