I street-food di Pompei prima dell'eruzione del 79 d.C.

I street-food di Pompei prima dell'eruzione del 79 d.C.
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Nuovi scavi condotti nella Regio V di Pompei hanno riportato alla luce un prezioso Termopolio perfettamente intatto. Questa scoperta è estremamente importante e connessa ai giorni nostri, perché ci permette di conoscere un aspetto peculiare dell'antica città, prima di essere rasa al suolo dall'eruzione del 79 d.C.: il suo street-food.

Il centro urbano di Pompei, ormai oggetto di uno studio secolare, era una volta un luogo estremamente importante, non solo per chi vi abitava, ma anche per tutti quei mercanti e forestieri che percorrevano la Via Appia per commerciare beni di tutte le categorie.

Naturalmente, in un'area che, al suo picco demografico, aveva raggiunto i 20 mila abitanti, non potevano mancare luoghi in cui chiunque poteva approvvigionarsi o dissetarsi. In questi casi, entravano in gioco i Termopolio - o, come li chiamavano i romani, "thermopolium" - delle piccole rivendite su strada.

Le abitudini alimentari dei romani sono, oggi, un oggetto di studio interessantissimo e il recente ritrovamento nella Regio V potrebbe aiutare gli esperti ad approfondire meglio questo aspetto.

Per esempio, tra le vivaci immagini ricomparse nel Termopolio, si possono riconoscere delle anatre germane e un gallo. La cosa più sbalorditiva è che proprio di questi sono stati ritrovati dei frammenti ossei all'interno di alcuni recipienti in ceramica, i cosiddetti dolia. Indice del fatto che in quella rivendita le persone cucinavano e si nutrivano proprio di quel tipo di carne.

Inoltre, è possibile vedere anche la raffigurazione di un cane. Sulla base di un mosaico trovato all'entrata della Casa del Poeta Tragico, visitabile sempre all'interno del sito, gli esperti hanno supposto che fosse stato rappresentato come avvertimento per i clienti più mal-intenzionati.

La bellezza di questi ritrovamenti inaspettati e interessantissimi da un punto di vista storico è che vi è spesso presente un particolare bizzarro. Nel caso del Termopolio della Regio V è un'iscrizione graffita che cita: "Nicia cinaede cacator". In italiano, si potrebbe tradurre come "Nicia (rivolgendosi ad un possibile liberto greco), il cacatore senza vergogna". Gli archeologi suppongono che questo insulto sia stato rivolto al proprietario o a qualcuno che lavorava nella rivendita.

Ad ogni modo, tralasciando i dettagli più beffardi, questa scoperta ci rivela, ancora una volta, come molti aspetti tipici della cultura alimentare mondiale, soprattutto italiana, fossero presenti molto tempo addietro - solo con caratteristiche leggermente diverse.

Il direttore del sito archeologico, Massimo Osanna (intervenuto anche alla scoperta recentissima del nobile e suo schiavo intrappolati dalla lava), ha affermato: "Oltre a trattarsi di un'ulteriore testimonianza della vita quotidiana di Pompei, le possibilità di analisi di questo Termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un intero ambiente con metodologie e tecnologie all'avanguardia che stanno restituendo dati inediti".

Viene celebrata, quindi, in quest'affermazione, un lavoro multidisciplinare che sta andando avanti, ormai, da almeno un anno e, con ulteriori analisi in laboratorio, nell'imminente futuro potrà fornire dati che mai, in passato, gli studiosi avrebbero potuto immaginare di avere.