Uno studio dimostra che chiunque può apprezzare la bellezza della matematica

Uno studio dimostra che chiunque può apprezzare la bellezza della matematica
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Se non studiate matematica, sicuramente la odiate. O forse, questo, è solo un vecchio luogo comune? Un nuovo studio dell'Università di Yale e dell'Università di Bath ha dimostrato come persone "comuni" possano apprezzare la bellezza estetica di complesse argomentazioni matematiche.

Proprio come un quadro, una sonata, una poesia. La bellezza si può trovare anche nella complessità di un'equazione. E non serve essere matematici per vederla. Lo studio ha infatti mostrato come le persone concordassero su cosa rendesse belle alcune argomentazioni matematiche astratte.

L'idea degli autori, il matematico di Yale Stefan Steinerberger e lo psicologo dell'Università di Bath Dr. Samuel G.B.Johnson, era capire se non potesse esserci qualcosa di universale nell'estetica e nella bellezza, considerando in particolare non soltanto la pittura o la musica, ma anche la matematica.

Johnson, in particolare, ha progettato un esperimento per testare la sensibilità estetica verso la matematica per una persona media, non addetta ai lavori.

In particolare hanno selezionati quattro dimostrazioni matematiche (la somma di una serie geometrica infinita, il trucco di Gauss per la somma dei numeri interi positivi, il principio del Piccione, e una prova geometrica di una formula di Faulhaber), quattro dipinti (due di Albert Bierstadt, John Constable e Frederic Edwin Church) e quattro sonate per pianoforte (Schubert, Bach, Beethoven, Shostakovich).

Nessuno dei partecipanti era un matematico. L'esperimento era diviso in tre parti.

Nel primo si chiedeva ai partecipanti di abbinare una dimostrazione matematica ad un dipinto, in base a quanto le trovassero esteticamente piacevoli. Nel secondo compito si chiedeva di fare la medesima cosa con le dimostrazioni e le sonate per pianoforte.

Il terzo chiedeva ad un gruppo di controllo di valutare ciascuna delle quattro opere d'arte (comprese le dimostrazioni matematiche) con nove criteri: serietà, universalità, profondità, novità, chiarezza, semplicità, eleganza, complessità e raffinatezza.

I partecipanti del terzo gruppo si sono trovati d'accordo tra loro su quanto fossero eleganti, profondi, chiari, etc..., ognuna delle dimostrazioni matematiche e dei dipinti.

Ma Steinerberger e Johnson sono rimasti colpiti, in particolare, dal fatto che queste valutazioni potevano essere utilizzate per prevedere come i partecipanti avrebbero giudicato le opere. Nel complesso, i risultati hanno mostrato che c'è un evidente consenso nel confrontare arte e matematica.

Ricerche come questa possono dare risposte concrete alla crisi scientifica che alcuni paesi vivono (come l'Italia), dove gli studenti sono scoraggiati dallo studiare materie che ritengono eccessivamente complesse (come la matematica o la fisica). Uno studio con risvolti pedagogici, quindi.

"Ci potrebbero essere opportunità per rendere gli aspetti più astratti e formali della matematica più accessibili e più stimolanti per gli studenti di quell'età", ha detto Johnson, "e questo potrebbe essere utile per incoraggiare più persone ad entrare nel campo della matematica".