Questo studio ha rilevato che il consumo di erba crea un problema inaspettato

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Un nuovo studio ha scoperto che le persone che fumano cannabis più di una volta al mese hanno un rischio maggiore di malattie cardiache e infarto, ma lo stesso studio ha anche identificato sia un processo che una molecola che possono contrastare il rischio.

Mentre sono già stati identificati i collegamenti tra la marijuana e la cattiva salute del cuore, l'ultima ricerca fa più luce sui meccanismi alla base della relazione, oltre ad analizzare i dati di un campione enorme: mezzo milione di individui.

In ulteriori test sui topi, lo studio ha anche scoperto che il tetraidrocannabinolo (THC), il componente psicoattivo dell'erba, porta sia all'infiammazione delle cellule endoteliali che rivestono l'interno dei vasi sanguigni, sia all'aterosclerosi (indurimento o ispessimento delle arterie).

"La marijuana ha un effetto significativamente negativo sul sistema cardiovascolare", afferma il biologo Mark Chandy, della Stanford University. "Man mano che sempre più stati legalizzano l'uso di marijuana, mi aspetto che inizieremo a vedere un aumento di attacchi di cuore e ictus nei prossimi anni".

"I nostri studi su cellule e topi umani delineano chiaramente come l'esposizione al THC avvii una dannosa cascata molecolare nei vasi sanguigni. Non è un farmaco benigno".

La parte umana dello studio ha coinvolto 500.000 partecipanti al progetto UK Biobank. Circa 11.000 di queste persone fumavano erba più di una volta al mese ed avevano una probabilità significativamente maggiore di subire un infarto.

Inoltre, i consumatori di cannabis avevano maggiori probabilità, rispetto ai non consumatori, di avere il loro primo infarto prima dei 50 anni. Questi attacchi cardiaci prematuri possono aumentare il rischio di futuri attacchi di cuore e altri problemi cardiovascolari.

Sebbene non sia sufficiente mostrare la causalità diretta, lo studio ha controllato altri fattori come l'età, l'indice di massa corporea e il sesso. È sufficiente identificare l'uso di cannabis come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.

Volendo approfondire questa relazione, i ricercatori hanno scoperto che il numero di molecole infiammatorie nel sangue dei volontari è aumentato in modo significativo nelle tre ore successive al fumo di una sigaretta di cannabis. Quell'infiammazione può portare ad attacchi di cuore.

Il THC crea i suoi effetti legandosi a un recettore chiamato CB1 nel cervello umano. I ricercatori hanno continuato a utilizzare modelli di apprendimento automatico per cercare gli antagonisti CB1: molecole che potrebbero limitare questo legame quando il recettore diventa iperattivo.

Sapevate che chi usa cannabis, inoltre, ha un rischio maggiore di avere problemi di salute mentale?