Ecco quello che succede quando si assume l'equivalente di 60 caffè in una volta
La caffeina, la sostanza più amata da tutti coloro che bevono caffè, ci permette di darci la carica ogni mattina appena svegli. Mentre la maggior parte di noi ingerisce caffeina in dosi sicure e moderate, nella sua forma in polvere pura o concentrata è una sostanza estremamente potente che può essere davvero molto pericolosa.
Un singolo cucchiaino di polvere di caffeina equivale a circa 28 tazze di caffè. La vendita di integratori di polvere di caffeina in forma sfusa, infatti, è stata vietata negli Stati Uniti e in molti altri paesi. Questi divieti sono arrivati dopo diverse morti negli ultimi anni legate a overdose di caffeina. Un recente caso, avvenuto nel Regno Unito, ci dimostra il perché di questo divieto.
Il rapporto del Queen Elizabeth Hospital di Londra descrive nel dettaglio l'esperienza di una paziente di 26 anni che ha ingerito due cucchiaini colmi di caffeina in polvere (20 grammi, circa 50/60 tazzine di caffè in una volta). "Le ingestioni di caffeina superiori a 1-2 g causano significativi effetti tossici", scrivono i ricercatori nel loro articolo. "Si sono verificate overdose fatali di caffeina a seguito di ingestioni superiori a 5 grammi".
Quando la paziente è arrivata al pronto soccorso, avvertiva palpitazioni, sudorazione, ansia e difficoltà respiratorie. Durante l'esame, i medici hanno scoperto che aveva una frequenza cardiaca anormalmente rapida e bassa pressione sanguigna, e stava sperimentando sia iperventilazione che vomito. L'elettrocardiogramma ha poi rivelato un ritmo cardiaco anormale chiamato tachicardia ventricolare polimorfa. I test, inoltre, hanno mostrato un accumulo di acidosi metabolica, insieme a uno squilibrio di anidride carbonica e ossigeno nel sangue, e un alto numero di globuli bianchi.
La paziente è stata sottoposta a un trattamento sostitutivo con fluidi ed elettroliti, ma poiché le sue condizioni non sono migliorate è stata trasferita in terapia intensiva, sedata, sottoposta a emodialisi e collegata a un ventilatore. Per combattere l'effetto nefasto della super concentrazione di caffeina gli sono stati somministrati: un trattamento con bicarbonato per via endovenosa per correggere il suo stato acido-base, un farmaco al solfato di magnesio per controllare la sua aritmia e un ormone chiamato noradrenalina.
Fortunatamente per la paziente, questa (e altre) combinazione di rimedi ha funzionato. Dopo due giorni è stata estubata e rimossa dalla dialisi. Un mese dopo la dimissione, i dottori affermano che il recupero stava andando bene. Un caso clinico davvero molto particolare.
FONTE: sciencealert
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