
Un supercomputer scopre oltre 100.000 nuovi virus, nove dei quali sono coronavirus
Un potente supercomputer, chiamato Cloud Innovation Center (CIC), ha elaborato le sequenze genetiche relative a varie tipologie di campioni biologici, identificando oltre 100.000 nuovi virus a RNA.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, è stata condotta da un team internazionale di ricercatori che ha utilizzato il CIC per esaminare una banca dati composta da oltre 20 milioni di gigabyte. I risultati hanno evidenziato la presenza di 132.000 virus a RNA di cui solamente 15.000 erano noti alla comunità scientifica. A tal proposito, sono state rilevate nove nuove specie di coronavirus appartenenti alla sottofamiglia Orthocoronavirinae, nelle quali rientrano le varianti SARS-CoV-2 e quelle responsabili della MERS e della SARS. I ricercatori sperano che il loro studio possa diventare uno strumento per la lotta ai virus e le loro varianti, al fine di evitare future pandemie, anche in correlazione alle ripercussioni sul tracciamento delle zoonosi, cioè le malattie infettive che si trasmettono dagli animali all’uomo.
“Stiamo entrando in una nuova era di comprensione delle diversità genetiche dei virus naturali e di come un'ampia varietà di animali si interfacci con questi virus. La speranza è di non essere colti alla sprovvista se qualcosa come SARS-CoV-2, il nuovo coronavirus che causa il COVID-19, emergesse di nuovo. Questi virus, ora, possono essere riconosciuti più facilmente e i loro serbatoi naturali possono essere identificati più velocemente. Il vero obiettivo è che queste infezioni vengano riconosciute in tempi utili per non sfociare in pandemie globali", ha affermato in una dichiarazione il dottor Artem Babaian, un ricercatore indipendente che ha lavorato al progetto.
“Se un paziente si presenta con una febbre di origine sconosciuta, una volta che il sangue è stato sequenziato, ora possiamo collegare quel virus sconosciuto a un database molto più grande di virus esistenti. Se un paziente, ad esempio, si presenta con un'infezione virale di origine sconosciuta a St. Louis, ora è possibile cercare nel database in circa due minuti e collegare quel virus, ad esempio, a un cammello nell'Africa subsahariana campionato nel 2012”, ha aggiunto il dottor Babaian. In relazione all'incredibile risultato raggiunto è bene specificare che il supercomputer CIC è dotato di una capacità computazionale di 22.500 CPU, che ha permesso di completare il progetto in appena 11 giorni. A proposito, sapevate che un supercomputer ha creato milioni di universi virtuali?
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