Susan Potter ha dato il suo corpo alla scienza, il suo cadavere "vivrà per sempre"

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In giro per il mondo ci sono delle storie che lasciano davvero con il fiato sospeso. E' sicuramente il caso di quella di Susan Potter, una donna che ha deciso diversi anni fa di lasciare il suo corpo alla scienza, cosa che ancora oggi sta dando i suoi risultati e ha aiutato un quantitativo incredibile di persone.

Pensate che il contributo scientifico dato da questa persona è stato talmente importante da far realizzare al National Geographic quello che probabilmente è uno degli articoli più lunghi della sua storia. Capite bene, dunque, che riassumere in una news l'intera storia di una donna del genere è essenzialmente impossibile e per questo motivo vi consigliamo di leggere l'articolo originale dei colleghi statunitensi (ovviamente in inglese).

Fatta questa dovuta premessa, proviamo a spiegarvi brevemente chi era Susan Potter, che cosa ha fatto e quali benefici ha portato al mondo scientifico. Ebbene, Susan Potter era una signora che all'età di 72 anni aveva già deciso di lasciare il suo corpo alla scienza, in modo che potesse contribuire a quante più scoperte possibili. Costretta a utilizzare una sedia a rotelle, la donna viveva in un modesto appartamento nei sobborghi di Denver (Colorado) e non si lasciava intimorire da nulla, andando spesso a fare da sola la spesa e a svolgere tutte le attività quotidiane.

Quando decise di lasciare il suo corpo alla scienza, si dedicò a cercare delle persone che avrebbero potuto veramente effettuare queste operazioni. Dopo diversi tentativi falliti, trovò finalmente Vic Spitzer, direttore del Center for Human Simulation dell'Anschutz Medical Campus dell'Università del Colorado. Dopo "l'insistenza" della donna, l'uomo decise che l'avrebbe aiutata nel suo intento. Quando Susan era ancora in vita, i due si trovavano periodicamente e discutevano su come il corpo sarebbe stato utilizzato per aiutare la scienza. "Sentiti libero di effettuare qualsiasi tipo di operazione sul mio corpo", diceva la Potter ogni volta a Spitzer.

L'obiettivo principale della donna era quello di dare un vero corpo agli studenti e ai ricercatori dell'Università, in modo che questi ultimi potessero imparare e scoprire nuove cose sul corpo umano. Susan Potter morì a causa di una forte polmonite il 16 febbraio 2015, all'età di 87 anni. Due anni dopo, Spitzer e i suoi colleghi hanno provveduto a effettuare i tagli previsti al corpo della donna, suddividendolo in varie sezioni. Grazie alle tecnologie odierne, il corpo della Potter è stato interamente mappato e in questo mese di dicembre 2018 è stato "riportato in vita" come una sorta di "avatar digitale" ricostruito con oltre 6900 foto, in grado di fornire innumerevoli informazioni agli studenti e a chiunque sia interessato ad approfondire l'anatomia umana. Insomma, il contributo scientifico dato da Susan Potter è appena iniziato e ci dimostra ancora una volta come anche una persona normale ma con una grande forza di volontà possa dare un enorme contributo al mondo intero.

Susan Potter ha dato il suo corpo alla scienza, il suo cadavere 'vivrà per sempre'