Ecco svelata l'identità dell'ultima sopravvissuta alla tratta degli schiavi

Ecco svelata l'identità dell'ultima sopravvissuta alla tratta degli schiavi
INFORMAZIONI SCHEDA
di

Matilda McCrear si pensa avesse circa due anni quando venne venduta come schiava. Grazie alle ricerche della dottoressa Hanna Durkin, dell’Università di Newcastle, si è risaliti alla data in cui la donna arrivò in Alabama: nel 1860.

Secondo i racconti tramandati dalla madre della donna, Gracie, e i documenti ufficiali, Matilda sarebbe stata resa schiava dopo che l'esercito di Dahomey (l'attuale Benin - Africa occidentale), fece razzia nella sua città natale. Portati al porto più vicino, vennero venduti a William Foster, capitano del negriero "Clotilda". Su quella nave, quel giorno, salirono altre 110 persone.

Abake ("nata per essere amata da tutti"), il nome Yoruba della McCrear, entrò nella stiva di quell'imbarcazione con sua madre e le sue quattro sorelle. Era troppo piccola per ricordare quelle sei lunghe settimane di terrore, dove morirono persino 2 persone, ma le venne raccontato tutto nei dettagli al fine che potesse tramandare il dolore che tutte quelle donne, uomini e bambini avevano provato.

Giunti in Alabama, Gracie venne venduta con le sue due figlie minori (Matilda e Sallie) al Reverendo Walter Creagh, un ricco proprietario di una piantagione. Delle altre due sorelle ad oggi non sono pervenuti documenti che possano raccontare il loro destino. Solo nel 1865, a seguito dell'abolizione della schiavitù in quasi tutta l'America (nonostante questo, il commercio di schiavi non sembrò fermarsi), Matilda e i suoi familiari superstiti ottennero la libertà e adottarono il cognome del loro precedente carceriere.

Gli ex-schiavi di quella zona si riunirono in una comunità, chiama in seguito Africatown. Lì, a 14 anni, la signora McCrear diede alla luce la sua prima figlia, Eliza, avuta da Bob Mose. Non si conoscono le dinamiche tra i due. Non è da escludere la possibilità che lei fosse una vittima in questo rapporto, considerando i comportamenti predatori che gli uomini bianchi dell'epoca assunsero con le schiave.

In seguito alla morte della madre, Matilda McCrear si trasferì a Martin Station, sempre in Alabama, con le sue figlie. Qui, incontro Jacob Schuler, un poliziotto di origini tedesche, emigrato in America nel 1865. Al contrario della prima relazione, Matilda scelse da donna libera di convivere con lui e costruire una famiglia. Ebbero in tutto 14 figli, di cui 4 morirono, sfortunatamente, durante l'infanzia.

Come viene ricordato dal nipote, Johnny McCrear (83 anni), Matilda era considerata una donna "turbolenta". Oltre al non sposarsi mai realmente con il suo compagno di vita, la donna non abbandonò le sue origini. Per esempio, portò sempre pettinature e vestiti che rimandassero alla cultura degli Yoruba. Cambiò persino il suo cognome da schiava, Creagh, in quello da donna libera, McCrear.

Inoltre, nel 1931, venne a conoscenza di un bonus che avrebbero ricevuto tutti i veterani della Prima Guerra Mondiale. Questa notizia la spinse a camminare 27 chilometri fino a Selma, nonostante avesse all'epoca 73 anni, per richiedere un risarcimento da parte del governo per tutto quello che aveva passato negli anni di schiavitù.

La signora McCrear morì 1 Giugno del 1940, tre anni dopo colei che era, fino ad oggi, considerata l’ultima superstite della tratta degli schiavi: Sally Smith, il cui nome originario era "Redoshi". Oggi, i familiari della donna, conoscendo qualche dettaglio in più della sua vita, la ricordano con orgoglio e hanno reso loro una battaglia combattuta fin dal 1860.

Ecco svelata l'identità dell'ultima sopravvissuta alla tratta degli schiavi