Svelato il mistero dietro alle numerose mummie di uccelli nell'antico Egitto
INFORMAZIONI SCHEDA
Il numero di animali che gli antichi egiziani seppellivano e mummificavano è enorme. Uno studio si pone l’obiettivo di capire se questi uccelli sacrificali venivano allevati o catturati in natura.
Gli abitanti dell’antico Egitto utilizzavano tecniche sofisticate per mummificare i corpi e tentare di preservarli, in questo modo, dalla naturale decomposizione. Questa pratica non era appannaggio solo degli esseri umani ma anche degli animali. Molte specie diverse venivano imbalsamate e seppellite insieme agli esseri umani. Del resto, la cosmologia religiosa degli antichi egiziani vantava divinità dalle forme di uccello, lupo, felini e così via. Un ruolo particolare lo avevano gli uccelli che, al pari delle altre specie, venivano mummificati e offerti come sacrificio agli dei, come cibo per il defunto durante il suo viaggio nell'aldilà o erano semplice degli animali che stavano a cuore al deceduto.
Si stima che gli uccelli mummificati siano milioni, dunque un gruppo di scienziati si è chiesto se questi animali venissero catturati in natura o se, invece, venissero allevati. Per rispondere a questa domanda sono stati analizzati i tessuti di 20 ibis. Da questi (piume, ossa e muscolo mummificato) è stata estrapolata la composizione isotopica di ossigeno, carbonio, azoto e stronzio. Le percentuali dei vari composti prelevati dagli uccelli sono stati, successivamente, confrontate con quelle prelevate dalle mummie e dal risultato di questo confronto si è potuti risalire al tipo di dieta di questi animali. In particolare l’azoto, per esempio, è un importante composto che proviene dal tipo di alimentazione o, ancora, il carbonio offre indizi su dove questi animali si sono nutriti, in quale luogo.
Gli scienziati hanno così emesso il verdetto: gli animali analizzati sono stati catturati in natura, magari grazie ad una vasta rete di bracconaggio istituita proprio per rifornire l’antica popolazione degli egiziani di uccelli da sacrificare e imbalsamare. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Scientific Report e, come ci dicono gli esperti, questa caccia intensiva poteva rappresentare un problema da un punto di vista ecologico per le specie animali che venivano catturate.
FONTE: Science Alert
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