Tutti contro la task force sulle AI di Google, il motivo? Un suo membro è di destra

Tutti contro la task force sulle AI di Google, il motivo? Un suo membro è di destra
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Pochi giorni Google ha creato una task force incaricata di studiare il rapporto tra IA e questioni etiche, ad esempio monitorando il loro utilizzo per scopi militari. Ora però i dipendenti di Google assieme ad una pletora di accademici e guru del tech si sono scagliati contro il board, reo di includere un membro vicino alle idee conservatrici.

La task force, che lavorerà in modo indipendente, è incaricata di studiare affondo lo stato della ricerca scientifica nel campo delle intelligenze artificiali, producendo un report con le conclusioni della prima fase di lavori verso la fine del 2019. Nel board di esperti figurano anche due italiani:Alessandro Acquisti, docente dell'Heinz College, e Luciano Floridi, professore di Filosofia ed etica ad Oxford.

Non è il primo tentativo di avviare un percorso di monitoraggio delle nuove tecnologie, già nel 2017 anche l'Onu aveva creato un centro di ricerca focalizzato sulle questioni relative alla diffusione delle intelligenze artificiali, il Centre for Artificial Intelligence and Robotics. Tuttavia, il ruolo di Google nello sviluppo delle nuove tecnologie basate su AI e reti neurali potrebbe, paradossalmente, essere percepito come più autorevole e decisivo nel decidere quali linee guida dare alla ricerca e alle implementazioni degli algoritmi in campi come la Difesa o la medicina.

Ora però i dipendenti di Google hanno avviato una campagna di boicottaggio della nuova task force, questo perché la squadra include pure una persona appartenente al mondo dei think tank conservatori, Kay Coles James.

James è la Presidente dell'Heritage Foundation, una delle non-profit più autorevoli (e ben finanziate) del mondo conservatore americano. Per i dipendenti di Google le sue posizioni politiche sarebbero eccessivamente "distanti dai valori dell'azienda". Ed effettivamente l'anno scorso era stato diffuso un video che mostrava come i dirigenti di Google avessero accolto l'elezione di Trump con grosso fastidio, un fastidio esternato durante un evento con i dipendenti del quartier generale dell'azienda attraverso una serie di dichiarazioni particolarmente forti.

Ovviamente dopo il video si era creato un teatrino durato a lungo che aveva visto diverse testate ed esponenti della destra americana accusare Google di partigianeria politica, ed è forse proprio per mitigare accuse di questo tipo —ed evitare che la task force perda di autorità— che l'azienda ha deciso di garantire in questo caso una forte pluralità di punti di vista. Ma per i dipendenti di Mountain View, questa decisione sarebbe addirittura "scioccante" e la James "non meriterebbe di ricevere legittimazione partecipando all'iniziativa di Google".