Tassa su Airbnb: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della compagnia

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Grave tegola per la così detta tassa su Airbnb. Secondo quanto affermato da Corriere Comunicazioni, infatti, il Consiglio di Stato italiano ha accolto il ricorso della compagnia di affittacamere ed ha rinviato la decisione al Tar del Lazio.

Il Tribunale Amministrativo Regionale, come si legge nella sentenza, a questo punto dovrà predisporre una "Immediata fissazione" per l'udienza di merito, al fine di valutare tutte le questioni sollevate dagli avvocati della società.

Ovviamente soddisfatto il public policy manager di Airbnb in Italia, Alessandro Tommaso, il quale ha affermato che attraverso l'accoglimento del ricorso d'urgenza, ha riconosciuto che "la così detta tassa Airbnb è in palese violazione del diritto europeo e chiedendo che il caso venga affrontato il prima possibile in udienza dal Tar, anche investendo la Corte di Giustizia. Abbiamo dovuto aspettare ma oggi vediamo finalmente riconosciute le nostre ragioni. Ora tocca al Governo cogliere forte e chiaro il messaggio arrivato dal Tribunale e dall’Authority, prendendo definitivamente atto che il testo così com’è non funziona e che cerotti messi all’ultimo minuto non faranno che peggiorare la situazione. Si riparta dal confronto: quella attuale è una legge approvata dopo una riformulazione notturna e frettolosa; si eviti di ripetere l’errore e la si ripensi integralmente. Siamo come sempre disponibili a fare la nostra parte in questo processo”.

Tommaso ha anche ripreso la decisione dell'Antitrust, che lo scorso Novembre aveva bocciato la normativa, rea secondo il garante di poter alterare le dinamiche concorrenziali tra i diversi operatori.

La tassa, che altro non è che una cedolare secca, è stata introdotta lo scorso mese di Novembre nella Manovra Correttiva e prevede il 21% sugli affitti brevi (di durata inferiore ai 30 giorni) prenotati attraverso siti e piattaforme online.

Tutto da rifare, o per lo meno in parte, per una delle tasse più discusse degli ultimi tempi.