La tassa sulle chiamate di WhatsApp alla fine non si farà: i libanesi hanno detto no

La tassa sulle chiamate di WhatsApp alla fine non si farà: i libanesi hanno detto no
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WhatsApp è ormai diventato uno degli strumenti di comunicazione più utilizzati in tutto il mondo. È chiaro quindi che alcuni Governi, in un particolare periodo di crisi, possano pensare di tassare un servizio così diffuso tra la popolazione. C'è chi ha anche provato ad avanzare una proposta simile, ma le cose non sono esattamente andate bene.

Infatti, stando anche a quanto riportato dalla BBC e da CBS News, il Governo del Libano ha recentemente provato ad annunciare il possibile arrivo di una "tassa su WhatsApp", che avrebbe previsto il pagamento di 0,20 dollari per ogni giorno in cui si utilizzano le chiamate VoIP. Questo significa che le persone avrebbero potuto arrivare a dover pagare tasse per circa 6 dollari al mese. La tassa non mira quindi solamente al servizio di messaggistica istantanea di Mark Zuckerberg e soci ma, visto che in Libano la maggior parte della popolazione utilizza quest'applicazione, l'opinione pubblica ha subito parlato di "WhatsApp Tax".

Il Libano è un Paese che vive in una situazione economica parecchio difficile, dato che il debito pubblico ammonta circa al 150% del PIL e che la disoccupazione è piuttosto elevata. Le persone hanno quindi reagito alla proposta della "tassa su WhatsApp" fiondandosi a protestare in massa, in alcuni casi anche in modo violento, per le strade Beirut. Alla fine, il Governo ha dovuto ritirare la proposta e assicurare ai cittadini che non ci sarà alcuna tassa sulle chiamate VoIP.

La tassa sulle chiamate di WhatsApp alla fine non si farà: i libanesi hanno detto no